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Un cuore libero dai demoni e dalle trappole del possesso

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aleksissay | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 23/09/20

Nella memoria liturgica di San Pio da Pietralcina: la fede cristiana ha innanzitutto lo scopo di liberare l’uomo da tutto ciò che impedisce la vera realizzazione della gioia e della felicità.
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie.
E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno.
In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino.
Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi».
Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni. (Lc 9,1-6)
La Provvidenza ha fatto in modo che la pagina del Vangelo di oggi si sposasse pienamente con la memoria liturgica che facciamo di San Pio da Pietrelcina: “Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi”. Chi più di San Pio da Pietrelcina ha preso sul serio il mandato di liberare le persone dal male, dal peccato e di guarirle da ciò che pesa addosso come un impedimento alla santità? Per tutta la sua vita, San Pio ha liberato. Ogni cristiano dovrebbe sentirsi addosso questa responsabilità. Infatti la fede cristiana ha innanzitutto lo scopo di liberare l’uomo da tutto ciò che impedisce la vera realizzazione della gioia e della felicità. Sovente, però, pensiamo che ciò che è di impedimento sono le condizioni avverse, e non ci accorgiamo, invece, che l’unica cosa che impedisce a l’uomo di essere davvero felice è nella disposizione del proprio cuore, e non nelle circostanze che vive. Voler avere la vita cambiata senza che cambiamo noi, significa non avere ricevuto nessuna Grazia. E questo cambiamento è fatto da ciò che Gesù descrive come le condizioni vere della sequela a Lui: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi». Si è liberi quando si smette di confidare nelle cose, nelle certezze di questo mondo, nelle rassicurazioni delle cose materiali. Si è liberi quando le relazioni non diventano trappole che ci trattengono ma rendono possibile il prosieguo del cammino. Si è liberi quando si smette di voler convincere gli altri di ciò di cui siamo convinti e si comprende che l’evangelizzazione è una proposta non un’imposizione. Una proposta esigente, ma mai senza la libertà dell’altro.

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