In questa stagione dedicata alla Creazione, gli uomini e le donne uniti nel matrimonio sono invitati anche a prendersi cura della casa comune che è il loro matrimonio.
Per segnare i cinque anni dall’enciclica, papa Francesco ha annunciato in questo mese di settembre 2020 un anno Laudato si’ che durerà fino al 24 maggio 2021. In quest’occasione è bene interrogarsi sulle esigenze della “salvaguardia della casa comune” che è la vita di coppia. Il coniuge non è forse il primo “ambiente” da salvaguardare? Visto che “tutto è connesso”, la Creazione rimanda alle creature, e fra queste in primis a quella cui ho legato la mia vita biologica, umana e spirituale nel matrimonio. Un DNA coniugale vi inibita a partire dalla creazione della prima coppia, e vi spinge a donarvi l’uno all’altra, anche se il peccato originale ha reso l’avventura più ardua.
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Quando il matrimonio è inquinato
Ci capita di comportarci da “inquinatori” del matrimonio, quando trascuriamo le sue peculiari leggi naturali, che sono il rispetto, il sostegno reciproco, la tenerezza, una sessualità rispettosa dell’altro, la fedeltà per il bene degli sposi e dei figli? I segni che stiamo inquinando il nostro matrimonio e che non usiamo della natura come Dio vuole sono l’abbandono della vita spirituale, a profitto di un interesse puramente personale, e i conflitti coniugali (per ambizione o per egoismo). Questo tesoro naturale affidato da Dio all’uomo e alla donna richiede una grande attenzione a un equilibrio ecologico difficile da preservare ma fonte di molta felicità. «Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi”» (Gen 1,28). La custodia del dono di natura che è il matrimonio si rivela nel concetto di “sviluppo duraturo”, perché alla fine il matrimonio è una dinamica, un cantiere da mandare avanti rispettando le sue leggi proprie e collocando l’amore su una traiettoria di crescita (e di crescita nel tempo), perché si fonda anzitutto su una fedeltà a tutta prova. Siamo ben lungi dalla decrescita di certi ecologisti.
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Per un cambiamento di clima
È un vero cambiamento climatico, quello che possiamo decidere di vivere, e il riscaldamento del clima non deve essere quello delle passioni, come la collera che infiamma i cuori, ma quello dello zelo a servire l’altro, perché amare è sempre un riscaldamento benefico anche se avviene progressivamente. Quanto alla CO2 dell’egoismo (inquinante fondamentale del matrimonio), si tratta di attenuarne sempre più le emissioni per rendere l’amore coniugale sempre più puro, rispettando la biodiversità, prima diversità delle specie “uomo” e “donna”, differenti ma da rispettare insieme, al servizio l’uno dell’altra. Col nostro coniuge, facciamo «l’intima relazione tra povertà e fragilità del pianeta» (Laudato si’ 16), non seguendo «la tecnica di possesso e di dominio, di manipolazione dell’altro» (Laudato si’ 106). Rispettiamo la biodiversità delle specie adulte e dei bambini nella famiglia, perché ciascuna ha la sua parte di dignità umana, nell’umiltà e nello stupore.
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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]