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Patricia Aguilar e il suo inferno nella foresta peruviana provocato da una setta sessuale

PATRICIA AGUILAR

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Pablo Cesio - pubblicato il 22/09/20

Esce “Hágase tu voluntad”, il libro scritto da Vanesa Lozano in cui la giovane spagnola racconta per la prima volta come sono stati i suoi giorni di isolamento e calvario in Sudamerica

È stata vittima della setta sessuale in Perù guidata da Félix Steven Manrique, noto anche come “El Príncipe Gurdjieff”, ma alla fine è stata riscattata dal padre insieme alla sua bambina.

Si tratta della giovane spagnola Patricia Aguilar, che nel 2016 è stata captata attraverso Internet e ha poi sperimentato l’inferno vivendo due anni in isolamento nella foresta peruviana.

La sua storia emerge grazie alla pubblicazione del libro Hágase tu voluntad (Alrevés, colección SinFicción), scritto dalla giornalista spagnola Vanesa Lozano, che ha presentato questo lavoro dopo molte ore di conversazione con la protagonista.

Nel libro, riferisce l’agenzia EFE, si racconta la sofferenza della 21enne spagnola – caduta nelle mani della setta quando aveva 16 anni – e com’è avvenuto il processo di manipolazione che l’ha portata a 18 anni ad andare in Perù convinta di essere stata “scelta per ripopolare il mondo” in vista dell’imminente arrivo dell’apocalisse.

Dal testo emerge anche la lotta intrapresa dalla sua famiglia e in particolare il ruolo del padre, che alla fine è riuscito a riportarla a casa.

Dietro il caso di Patricia si nasconde un’infinità di situazioni oggi più attuali che mai, soprattutto i rischi che possono rappresentare le reti sociali quando si espongono pubblicamente vulnerabilità della vita privata, oltre ad aspetti collegati ad abusi e violenze, tra gli altri crimini.

Secondo quanto riferisce l’autrice del libro, prosegue EFE, Patricia – che si è ripresa e conduce una vita normale insieme alla figlia di due anni, frutto della relazione con il suo rapitore – ha voluto rendere una testimonianza perché la sua esperienza “serva” ad altre eventuali vittime.

La sua storia ha avuto un finale felice, visto che è riuscita a raggiungere “deprogrammazione e lucidità”.

“Siamo tutti suscettibili di cadere in una setta, e la peculiarità di questo caso è che non ce n’è mai stato uno documentato dall’inizio alla fine come questo”, riferisce la giornalista, che ha lodato il coraggio di Patricia e l’ha ringraziata per la generosità che ha dimostrato parlando di quello che ha passato per evitare che altre ragazze vivano la stessa esperienza.

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