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“Fratelli tutti”: la nuova enciclica del Papa è ispirata a San Francesco

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Antoine Mekary | ALETEIA

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 18/09/20

E' un documento inclusivo che si richiama alla fraternità, "arma" più utilizzata dal santo di Assisi

Fratelli tutti” è il titolo che Papa Francesco ha stabilito per la sua nuova enciclica dedicata, come si legge nel sottotitolo, alla “fraternità” e alla “amicizia sociale”. Il titolo originale in lingua italiana rimarrà tale – e dunque senza essere tradotto – in tutte le lingue in cui il documento sarà diffuso.

Un titolo inclusivo

Fratelli tutti” è un titolo da intendere in senso inclusivo. La nuova enciclica di Francesco, che verrà pubblicata il 4 ottobre, è un messaggio «che vuole parlare davvero al cuore di ogni persona» spiega il direttore di Vatican News (16 settembre)Andrea Tornielli

La Santa Sede risponde alle discussioni apertesi in alcuni Paesi secondo cui il titolo del nuovo attesissimo testo papale contiene l’intenzione di escludere dai destinatari più della metà degli esseri umani, cioè le donne(La Repubblica, 17 settembre).

Le parole di San Francesco

«Sarebbe assurdo» pensare così, scrive Tornielli. E ancora: «Trattandosi di una citazione di san Francesco (la si trova nelle Ammonizioni, 6, 1: FF 155), il Papa non l’ha ovviamente modificata».

SAN FRANCESCO ASSISI
Public Domain

Al contrario, «Francesco ha scelto le parole del santo di Assisi per inaugurare una riflessione a cui tiene molto sulla fraternità e l’amicizia sociale e dunque intende rivolgersi a tutte le sorelle e i fratelli, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che popolano la terra. A tutti, in modo inclusivo e mai escludente. Viviamo in un tempo segnato da guerre, povertà, migrazioni, cambiamenti climatici, crisi economiche, pandemia: riconoscerci fratelli e sorelle, riconoscere in chi incontriamo un fratello e una sorella; e per i cristiani, riconoscere nell’altro che soffre il volto di Gesù, è un modo di riaffermare l’irriducibile dignità di ogni essere umano creato a immagine di Dio».

Ed è anche un modo «per ricordarci che dalle presenti difficoltà non potremo mai uscire da soli, uno contro l’altro, Nord contro Sud del mondo, ricchi contro poveri. O separati da qualsiasi altra differenza escludente».

Opera viva del Creatore!

Ma cosa sono, o meglio chi sono i “fratelli” per San Francesco, a cui si è ispirato Bergoglio Scrive Alessandro Gisotti su Vatican News (15 settembre):

«Una risposta intima e rivelativa la si trova all’inizio del suo Testamento, laddove, dopo aver raccontato l’incontro con i lebbrosi – ai quali lo condusse Cristo, perché lui ne aveva ribrezzo – afferma: “E dopo che il Signore mi diede dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo”».

I frati, i fratelli, «si presentano dunque a Francesco innanzitutto come dono di Dio. Un dono inatteso e, a dire il vero, non indolore perché portano una situazione nuova che lo “costringe” a chiedere aiuto al Signore, perché nessuno gli sa dire cosa fare. Non sono una nostra “conquista”, i fratelli, né tanto meno sono come noi li desidereremmo. Sono opera viva del Creatore liberamente offerta a ciascuno di noi. Sono donati, appunto, e quindi non li possiamo scegliere né possedere, ma solo accogliere ed amare così come sono, con le loro debolezze e diversità. Quelle differenze (e a volte dissonanze) che in definitiva solo il Signore può ricomporre perché, come direbbe il Papa, l’armonia non la facciamo noi, ma lo Spirito Santo».

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Antoine Mekary | ALETEIA

“Nessuno è più straniero all’altro”

La fraternità per San Francesco «non è un’idea, una teoria astratta- chiosa Gisotti – ma un fatto concreto, un’esperienza che cambia la vita. Accanto a questo dato di realtà, e anche più rilevante perché ne è la fonte, scopriamo che per Francesco non c’è fraternità se non si riconosce (e accetta) la comune figliolanza dal Padre celeste. Siamo fratelli tutti in quanto tutti figli dello stesso Padre. Nessuno è quindi più straniero all’altro. Una rivoluzione di prospettiva che, nella vita di Francesco, porterà a scelte sorprendenti ricapitolate nella celebre visita al Sultano d’Egitto. E’ qui il nucleo della conversione del Santo di Assisi e con lui potremmo dire di ogni donna e uomo che ha autenticamente incontrato Gesù Cristo».




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