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La Apple ci ha offerto la pubblicità migliore su pudore e privacy (VIDEO)

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Catholic Link - pubblicato il 17/09/20

di Silvana Ramos

La pubblicità appena lanciata dalla Apple, intitolata “Condividere troppo”, mi sembra geniale. Credo che si possa usare in varie conversazioni: sulla sessualità, sull’aspetto pubblico, su quello privato…

Mi rallegra e mi emoziona trovare queste perle contemporanee che in modo divertente ci permettono di comprendere verità innegabili relative all’essere umano.

Anche se lo spot parla in modo specifico della cura delle informazioni sulle reti sociali e dei dati nell’uso della tecnologia, credo che il tema possa abbracciare aree più profonde della nostra vita.

Parliamo del pudore

Cosa significa “condividere troppo”? Questa tendenza “liberale”, intesa come tendenza che si allontana dai modelli tradizionali (generalizzati come modelli rigorosi), risulta ironicamente utile per parlare di concetti preziosi come il pudore e l’intimità.

Da un lato ci esorta a provare di tutto, a vestirci e svestirci come ci va e a dire o condividere la prima opinione che ci viene in mente senza rifletterci troppo.

Potremmo dire senz’altro che il pudore sia la prima arma di difesa che un essere umano, anche un bambino piccolo, ha per difendersi contro qualsiasi ferita nei confronti della sua intimità.

Il pudore è quella riserva, quel voler tenere per sé qualcosa che è solo nostro e che ha a che vedere con quello che siamo. Solo noi abbiamo la potestà, la capacità, di decidere chi lasciare entrare in quello spazio e chi no.

Nessuno può costringermi a esporre la mia intimità

Nessuno, men che meno le mode o i mezzi di comunicazione, possono dettare o forzare a esporre la nostra intimità senza consenso. Per questo bisogna bisogna capire innanzitutto cosa sia l’intimità, e servono conoscenza personale e ovviamente il fatto di coltivare la prudenza e il pudore.

Il pudore si intende o si relaziona innanzitutto al corpo. Lo associamo a quell’azione che porta a coprire il corpo nudo. Per questo diciamo che hanno pudore le persone che si coprono molto e si fanno degli scrupoli a mostrare qualsiasi parte del proprio corpo. All’altro estremo ci sono quelle che non hanno alcun problema a mostrarlo tutto, note come “impudiche” (senza pudore).

Il pudore ha un senso molto più ampio del coprire o meno il corpo, come vediamo in questo divertente spot. Potremmo anche dire che il pudore ha a che vedere con la prudenza, intesa come distinguere ciò che bisogna fare in base alla situazione in cui ci si trova.

E allora, cos’è l’intimità?

Non è prudente, né legato al pudore, condividere con chiunque (o con migliaia di persone) gli aspetti più nascosti della propria vita personale, e con questo non mi riferisco al corpo. Non si tratta semplicemente del fatto che “ci sono cose che non vanno condivise”. Ci sono cose che se vengono condivise portano a esporsi e a mettersi a rischio, e a diventare vulnerabili davanti agli altri.

Mostrarsi vulnerabili con le persone più vicine e in cui confidiamo è positivo, ed è un aspetto fondamentale del fatto di costruire legami, siano essi familiari, di amicizia o di coppia. Mostrare la propria vulnerabilità è però una decisione personale e privata.

Esporre la propria vulnerabilità in pubblico e in modo indiscriminato significa semplicemente mettersi in una posizione pericolosa, e non è neanche una decisione molto intelligente. Al riguardo abbiamo visto molto e conosciamo innumerevoli casi nelle reti sociali e non solo.

Anche quando le reti sociali non esistevano, parlare troppo o mostrare eccessivamente con persone con cui non si doveva fare, o anche procedere con poca prudenza esponendo la propria vita senza limiti, ha sempre comportato delle conseguenze.

L’importanza di coltivare il pudore

Coltivare o educare il pudore, che è una cosa diversa dalla vergogna, è sempre positivo. Non si tratta semplicemente di nascondere il corpo o di vestirsi in modo adeguato, o di curare scrupolosamente quello che si dice o si condivide (sulle reti sociali o in qualsiasi altra situazione), ma di comprendere l’ambito della propria intimità, la sua dimensione personale e la propria libertà di fronte ad essa.

Speriamo che questo simpatico spot ci ricordi che ci sono cose che semplicemente non vanno condivise.

Come ricorda Papa Francesco, il pudore non è repressione, ma tutto il contrario, perché valorizza ciò che c’è di più sacro nella persona, che è presente nel suo corpo e nell’armonia di questo.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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