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Venezuela: perché questo sacerdote dà la Comunione in bocca in piena pandemia?

VENEZUELA

@GuardianCatolic

Ramón Antonio Pérez - pubblicato il 09/09/20

“Alcune persone a volte non sanno neanche come prendere l’Ostia sacra; certe passeggiano e a metà del cammino se la portano alla bocca o scompaiono, altre non sanno se restano loro in mano delle particole o meno”, afferma padre Teodoro Sosa

Ci pensavo da qualche giorno. Episodi di insicurezza nel maneggiare l’Ostia consacrata constatati da alcuni fedeli che assistono alle Messe e un’attenta lettura della Lettera di San Paolo ai Corinzi, ha ribadito la decisione annunciata il 6 settembre nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Guarenas, a una trentina di chilometri a est di Caracas, in Venezuela.

“D’ora in poi, in questa parrocchia la Comunione non verrà data in mano ma in bocca”, ha reso noto padre Teodoro Ubaldo Sosa. La decisione è stata messa in pratica da lunedì 7 settembre, e insieme ai diaconi permanenti che lo accompagnano darà la Comunione direttamente nella bocca dei fedeli, che hanno lodato questa decisione.

“Abbiamo trasformato la santa Comunione, un sacramento fondamentale per noi cristiani, in qualcosa di freddo, in una moda ‘fashion’, in qualcosa di ‘stupendo’, e abbiamo dimenticato che è il corpo di Gesù Sacramentato”.

Con questa decisione, come ha riconosciuto, il sacerdote cerca di mettere in pratica in modo più efficace gli insegnamenti che i credenti hanno ricevuto nel corso della storia dai vari Papi e dal magistero della Chiesa. Si potranno anche evitare profanazioni del Santissimo Sacramento e prevenire il Covid-19.

Messe di fronte agli edifici

Padre Teodoro è lo stesso che, nel compimento delle norme stabilite dalla Conferenza Episcopale Venezuelana e dalla diocesi di Guarenas per prevenire la pandemia del coronavirus, per evitare assembramenti nel tempio dal 19 marzo celebra la Eucaristia davanti agli edifici dei suoi vicini con la presenza controllata dei fedeli.

“Di fronte alla pandemia di Covid-19, nella nostra parrocchia siamo stati più che benedetti dal 19 marzo di quest’anno (…). Oggi dobbiamo tener conto di qualcosa relativamente alla Comunione in bocca”, ha indicato.

“Alcune persone a volte non sanno neanche come prendere l’Ostia sacra; certe passeggiano e a metà del cammino se la portano alla bocca o scompaiono, altre non sanno se restano loro in mano delle particole o meno”, ha affermato.

“Dio è ciò che di più grande abbiamo, e la Comunione è la cosa più meravigliosa di cui disponiamo, perché è riaffermare Gesù presente. La Comunione è il Corpo di Cristo, e se noi come cristiani non valorizziamo il Corpo di Cristo altri non lo faranno”, ha indicato sottolineando l’importanza di questo sacramento nella fede cattolica.

A livello mondiale, ha aggiunto, circolano molte idee e situazioni che “ci stanno portando a relativizzare anche Cristo stesso”.

Il presbitero ha detto di aver preso questa decisione basandosi sulla sua responsabilità come “servitore e amministratore” del mistero di Dio. “Sono responsabile, come dice San Paolo ai Corinzi: ‘Ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio’; ‘non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio”.

Atto di riparazione di fronte alle profanazioni

Circa questa decisione, padre Teodoro ha detto di aver parlato con monsignor Gustavo García Naranjo, vescovo della diocesi di Guarenas, nella quale è incardinato e ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale l’11 maggio 2002.

Il presule gli ha dato alcuni suggerimenti legati all’igiene e alla prevenzione, e il sacerdote ha detto di rispettarli perché durante le cerimonie si lava le mani “anche tre volte”.

Padre Teodoro ha anche invitato a partecipare a una cerimonia che si svolgerà giovedì 10 settembre, nella quale si realizzerà “un atto di riparazione” per “i sacrilegi commessi contro il Corpo di Cristo Sacramentato e le profanazioni dei tabernacoli”.

Il Venezuela è uno dei Paesi in cui si verificano più azioni dirette contro ciò che è sacro. I sacerdoti riferiscono spesso di furti nei templi, soprattutto sottrazione di ostie consacrate e perfino delle ossa di alcuni sacerdoti sepolti nei cimiteri pubblici. La responsabilità ricade soprattutto su alcune credenze di origine africana o cubana, come la santería, la stregoneria e la palería.

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