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San Benedetto ha mostrato cosa fare in una pandemia

BENEDICT OF NURSIA

Public Domain

Tom Hoopes - pubblicato il 09/09/20

Sorprende quanto alcuni princìpi del VI secolo possano guidarci ancora oggi

Parlando della pandemia di Covid-19, Papa Francesco ha chiesto cosa ricorderemo di questo periodo, indicando che si tratterà delle cose che ci uniscono.

Al Benedictine College del Kansas (Stati Uniti) stiamo affrontando quello che si trova davanti ogni università statunitense: studenti che risultano positivi al Covid-19 e altri in quarantena perché lo è risultato il compagno di stanza o un amico.

Ciò vuol dire che abbiamo dovuto creare un nuovo team: la ‘squadra della quarantena’, che si assicura che gli studenti ottengano quello di cui hanno bisogno e non vengano lasciati soli. Un membro dello staff suggerisce che possiamo chiamare il progetto “RB 36”, perché il capitolo 36 della Regola di San Benedetto riguarda il fatto di servire i fratelli.

In quel capitolo, Benedetto offre consigli preziosi.

In primo luogo, dice che non c’è responsabilità più grande che prendersi cura dei malati – che sono Cristo stesso.

“L’assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona”, scrive Benedetto, “il quale ha detto di sé: ‘Sono stato malato e mi avete visitato’ (Mt 25, 36), e ‘Quello che avete fatto a uno di questi piccoli, lo avete fatto a me’ (Mt 25, 40)”.

Il cristianesimo ha trasformato il mondo in molti modi, e il trattamento dei malati è uno di quelli fondamentali. Non amiamo i malati solo per via di Cristo, ma li amiamo come Cristo stesso.

Ricordo sempre quello che Papa Francesco ha affermato sul fatto di prendersi cura degli anziani. Suor Bernadette Rose delle Piccole Sorelle dei Poveri, laureata presso il Benedictine College, era presente quando il Pontefice ha visitato le suore a Washington, D.C., e ha riferito ciò che ha detto:

“Se è una di quelle giornate in tutto è complicato, potete guardare a quelle difficoltà e dire: ‘Gesù, in questo momento sei un po’ fastidioso’” E dicendolo ha agitato il dito.

Secondo: Benedetto dice ai malati di evitare la mentalità vittimistica.

“I malati però riflettano, a loro volta, che sono serviti per amore di Dio e non opprimano con eccessive pretese i fratelli che li assistono”, afferma la Regola.

Questa è una cosa che soprattutto gli uomini hanno bisogno di imparare. “Le donne che si lamentano del parto non hanno sperimentato in prima persona quanto sia difficile essere un uomo alle prese con un raffreddore”, mi piace dire per fare lo spiritoso. Mia moglie, che mi aiuta molto quando sto male, sa che sono meno ironico di quanto vorrei. Quando ha scritto la Regola, Benedetto aveva probabilmente a che fare con uomini come me.

Terzo: San Benedetto dice a chi serve di malati di avere una grande capacità di sopportazione.

“Bisogna sopportarli con grande pazienza, poiché per mezzo loro si acquista un merito più grande”, si legge nella Regola.

Il nostro progetto “RB 36” contiene preziosi consigli per gli studenti universitari su cosa fare per i coetanei in quarantena, malati o meno.

“Chiedi: ‘Di cosa hai bisogno?’, ma offri anche un suggerimento”, dice. “Anche un messaggio che dice ‘Ti sto pensando’ o una telefonata può essere un modo gradito per collegarsi, come anche FaceTime e Zoom”.

Quarto: San Benedetto dice di offrire ai malati una cura speciale.

“Per i monaci ammalati ci sia un locale apposito e un infermiere timorato di Dio, diligente e premuroso”, dice San Benedetto con una frase che risuona fin troppo attuale per via del coronavirus.

Il santo aggiungeva poi anche cose particolari per l’epoca: “Si conceda loro l’uso dei bagni, tutte le volte che ciò si renderà necessario a scopo terapeutico; ai sani, invece, e specialmente ai più giovani venga consentito più raramente. I malati più deboli avranno anche il permesso di mangiare carne per potersi rimettere in forze; però, appena ristabiliti, si astengano tutti dalla carne come al solito”.

Quali sono le situazioni equivalenti per la nostra epoca? “Organizzare una festa danzante virtuale, guardare un film, un club del libro o un gioco” è il consiglio per gli universitari. Per gli adulti, del cibo speciale portato in ospedale è in genere permesso e sempre apprezzato.

Quinto: San Benedetto dice di renderlo un dovere

Come fa spesso nella Regola, San Benedetto parla dei doveri dell’abate, dicendo: “La più grande preoccupazione dell’abate deve essere che gli infermi non siano trascurati dal cellerario e dai fratelli che li assistono, perché tutte le negligenze commesse dai suoi discepoli ricadono su di lui”.

San Benedetto è estremamente pratico, e non si limita a elencare pii luoghi comuni, ma vuole assicurarsi che le cose vengano veramente fatte. Il che porta all’ultimo consiglio: fate qualcosa oggi. Come sottolinea Papa Francesco, la gentilezza con cui agiamo ora verrà ricordata per tutta la vita.

Se la pandemia fa tornare a casa i giovani adulti, ecco qualche idea per aiutare:

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