Erano i suoi amici a preoccuparsi per lui: “Mi chiedevano se era una buona decisione cambiare direzione nella vita dopo tanti sforzi per raggiungere un certo livello professionale”.
“Grazie all’Opus Dei ho iniziato a prendere più sul serio la mia vita cristiana. Ho intensificato la mia vita di preghiera, e Dio mi ha suggerito qualcosa che prima non vedevo: voleva che diventassi sacerdote. Il passaggio da violinista a sacerdote non è stato drammatico. Il lavoro professionale, nel mio caso la musica, era qualcosa che mi serviva per avvicinarmi a Dio e per avvicinare Lui ai miei amici. Ora voglio fare lo stesso come sacerdote, anche se i mezzi sono diversi”.

“La bellezza salverà il mondo” è una frase di Dostoevskij molto amata da Benedetto XVI. “È molto attuale”, dice Andrej. “La società di oggi è più immediata, si lascia spesso trascinare dall’intuizione o dai sentimenti, e la bellezza è qualcosa che ti interpella in modo diretto, che fa appello alle tue emozioni”.
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“Per questo, ritengo che la bellezza sia un mezzo per comunicare Dio, perché la gente è sempre sensibile nei suoi confronti. Si può offrire una bellezza autentica, e attraverso di essa si può arrivare anche alla bellezza autentica di Cristo sulla Croce, anche se all’inizio sembra paradossale. Quando lo si scopre, però, questa bellezza salva davvero”.
“Per favore, pregate per le vocazioni dei laici, delle famiglie cristiane e di religiosi e religiose. Dio chiama tutti alla santità, chiama ciascuno di noi. Se preghiamo, Egli ci guiderà nella vocazione a cui ci chiama e ci renderà molto felici”, ha commentato il musicista e sacerdote. In alcuni media e nell’opinione pubblica, la felicità è a volte associata alla fama, alla richezza e al potere.