Aleteia logoAleteia logoAleteia
martedì 16 Aprile |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Il santo gesuita che ha la risposta alla domanda “Cosa vuole davvero Dio da noi?”

SAINT Claude de la Colombiere

PD US

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 02/09/20

San Claudio de la Colombière e il suo approccio alla preghiera meritano di essere più conosciuti

Chi descrivereste come l’amico perfetto? Forse il coniuge, o l’amico che avete da tanti anni? Potreste rispondere: “Caro amico, forse, nei miei giorni buoni, ma amico perfetto, beh…”

Pongo questa domanda perché ho pensato molto a un santo gesuita che merita di essere più conosciuto, San Claudio de la Colombière, definito “mio amico perfetto” da Nostro Signore alla veggente Santa Margherita Maria Alacoque, suora che ha ricevuto rivelazioni mistiche del Sacro Cuore di Gesù. San Claudio era il suo direttore spirituale.

La prima volta in cui ho ascoltato questa storia mi si è stretto il cuore. Non riesco a immaginare nostro Signore che parla di me come di un “amico perfetto” – fatto di cui il colpevole sono ovviamente io, non Lui.

Ho detto alla gente che se mai avesse esperienze mistiche e sentisse una voce parlare del “gesuita Robert McTeigue, mio amico perfetto”, allora potrebbe essere certa che quella che sta ascoltando non è una voce di origine divina.

Nostro Signore desidera potersi riferire a ciascuno di noi come al “mio amico perfetto”. Purtroppo non lo fa perché non può, e non può perché non è vero. E non è vero perché non gli doniamo la nostra amicizia. Le visioni del Sacro Cuore di Gesù da parte di Santa Margherita Maria includevano l’angoscia più profonda per il fatto che noi, per i quali Gesù ha dato la vita, rifiutiamo di corrispondere al suo amore. Nostro Signore ci offre il suo amore infinito, chiedendo in cambio solo l’amore che ciascuno di noi può donargli, e desidera che questo scambio d’amore benefici noi, non Lui.

San Claudio lo ha capito molto bene, e ha vissuto e amato di conseguenza.

Possa il Cuore di Gesù Cristo essere la nostra scuola! Dimoriamo in lui. Studiamone i movimenti e proviamo a conformarvi i nostri. Sì, Divino Gesù, voglio vivere lì. Dio è in mezzo a noi, o piuttosto noi siamo in mezzo a Lui; ovunque siamo, Egli ci vede e ci tocca: nella preghiera, al lavoro, a tavola, a ricreazione.

Dio ci è costantemente vicino e opera sempre a nostro favore, invitando ciascuno di noi e tutti noi. Molti, tuttavia, per la maggior parte del tempo non hanno la sensazione che Dio li stia amando attivamente. Che dire di San Claudio, l’“amico perfetto” di Gesù? Era colto continuamente dall’estasi? Non tanto. Ha scritto:

Visto che provo una grande attrazione nei confronti della preghiera ho chiesto a Dio, mediante l’intercessione di Nostra Signora, di donarmi la grazia di crescere nell’amore di questo santo esercizio fino alla mia morte. È l’unico mezzo per purificarci, per unirci a Dio, e per permettere a Lui di unirsi a noi e di essere glorificato in noi. Dobbiamo pregare per ottenere le virtù apostoliche; pregare perché possiamo usarle per aiutare gli altri, e anche per non perderle mentre li serviamo. Il consiglio: pregare incessantemente, che mi sembra dolce e assolutamente non impossibile. Include la pratica della presenza di Dio, e con il Suo aiuto decido di seguirlo. Abbiamo sempre bisogno di Dio, e quindi dobbiamo sempre pregare. Più preghiamo, più gli siamo graditi e più otteniamo.Non chiedo consolazione nella preghiera; Dio dà dove sceglie di dare; non sono degno di consolazione, e sono troppo debole per sopportarla. Le grazie straordinarie non sono per me; donarle a me sarebbe come costruire sulla sabbia, o versare un liquido prezioso in un vaso rotto. Chiedo a Dio di farmi un dono solido e semplice di preghiera che lo glorifichi e non mi renda vano. Mi sembra che l’aridità e la desolazione accompagnate dalla grazia mi siano molto utili, perché allora gioisco nel compiere atti di vera virtù: mi impegno contro le mie inclinazioni negative e cerco di essere fedele a Dio.

Queste parole mi infondono speranza. San Claudio ha evitato l’errore relativo alla preghiera che spesso commettiamo. Non di rado ci diciamo che la “buona preghiera” è buona perché dopo aver pregato ci sentiamo bene; allo stesso modo, la preghiera non è buona se non ci sentiamo bene dopo aver pregato. Penso che San Claudio ci direbbe che “la buona preghiera è buona perché ci siamo disposti a pregare. Ci siamo presentati nel luogo in cui Dio ci attende sempre – al centro della nostra anima”.

Presentarsi per la preghiera, per amare Dio e il prossimo, è la via che conduce alla santità, mediante la quale possiamo diventare l’amico perfetto di Dio.

Tags:
gesuitisanti e beati
Top 10
See More