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Molti possono sedurci, ma solo uno può salvarci

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Lindsay Henwood/Unsplash | CC0

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 01/09/20

L'autorità con cui Gesù parla non è la retorica emotiva che ammalia e poi delude, la sua parola è ciò che dà senso e completa i pezzi sconnessi di tutti i nostri ragionamenti.
In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e il sabato ammaestrava la gente.
Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte:
«Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!».
Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da paura e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?».
E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. (Lc 4,31-37)
“Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità”. Ci sono due tipi di autorità: quella che è solo frutto della seduzione degli affabulatori, e poi quella alla maniera di Cristo. La prima forma di autorità ammalia, convince emotivamente, ma alla prova dei fatti cade, non regge. La gente del popolo ha tradotto una simile autorità in un detto: “tutto fumo e niente arrosto”. Tante volte nella vita abbiamo sperimentato simili messianismi. Abbiamo dato la patente di “salvatore” a persone o cose che alla prova dei fatti non ci hanno davvero salvato la vita. Relazioni malate, paranoie con la carriera, o con il proprio corpo, o con il denaro, o con quel gruppo esclusivo. Tutte forme seduttive che non reggono la prova dei fatti. La seconda forma di autorità è quella, invece, che a che fare con Cristo, ed è un’autorità che proprio alla prova dei fatti mostra la sua autorevolezza. Per questo il Vangelo prosegue con il racconto di un esorcismo operato da Gesù: “Nella sinagoga c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!». Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male”. Il cristianesimo mostra la sua forza soprattutto nella prova della vita, quando il male sembra avere la meglio e mostra la sua capacità di tenerci in ostaggio. Solo Gesù riesce a intimare a quel male di smettere di parlare, di decidere l’interpretazione delle cose, di spingere su vie mortifere. Solo Gesù può aggiungere quel pezzo che manca ai nostri ragionamenti, alla nostra vostra, alla nostra volontà. Ecco perché con Lui o senza di Lui tutto cambia. L’atteggiamento che ci rende discepoli nasce proprio dalla consapevolezza che molti possono sedurci ma solo uno può salvarci. E può farlo perché aggiunge a ognuno ciò che da solo non può darsi. «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?».

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