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Spiritualità
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I fondamenti della vita spirituale: diffida di te e affidati a Dio

PRAYER CANDLE

Sebastien Desarmaux | Godong

Il Timone - pubblicato il 22/08/20

Noto per essere lo scrittore preferito di San Francesco di Sales, Dom Lorenzo Scupoli (1530-1610) scrisse Il combattimento spirituale che contiene una guida alla perfezione spirituale e alla guerra contro Satana. Il Dottore della Carità, San Francesco di Sales, non solo leggeva ogni giorno questo testo, ma lo raccomandava anche a tutti coloro che erano sotto la sua direzione.

Il combattimento spirituale non solo introduce concetti che sono essenziali per la vita spirituale e che raramente vengono più insegnati, ma è anche così coinvolgente che non si può leggere con sincera attenzione e rimanere tiepidi. Le basi della vita spirituale secondo i primi sei capitoli di questo trattato ruotano attorno alla sfiducia in se stessi e alla totale fiducia in Dio.

DIFFIDARE DI SE STESSI

«Diffidare di noi stessi è così assolutamente necessario nel combattimento spirituale, che senza questa virtù non possiamo aspettarci di sconfiggere le nostre passioni più deboli, tanto meno ottenere una vittoria completa». Perché diffidare di noi stessi? Perché siamo così caduti e incapaci del bene, a causa del peccato originale, che ci distruggeremmo, rimanendo sempre più intrappolati nelle catene del maligno. Per salvare le nostre anime e vivere nella felicità eterna, bisogna arrendersi completamente a Dio, l’autore di tutta la Creazione. La sfiducia in se stessi deve provenire dalla grazia di Dio, perché è una virtù a cui non siamo naturalmente disposti.

Dom Scupoli, nella sua direzione fornisce quattro mezzi per crescere nella sfiducia in se stessi (9-10):

  1. Dobbiamo meditare sulle nostre debolezze. Questo atto sarà una delle contemplazioni più sconvolgenti, ma santificanti che intraprenderemo, perché questa pratica è contraria alla nostra natura umana caduta.
  2. Dobbiamo elemosinare umilmente, seriamente, con perseveranza e con grande fiducia per questa virtù che deve venire da Dio solo
  3. Dobbiamo continuamente e sempre più diffidare della nostra forza in relazione alla lotta contro la tentazione perché quando proviamo a combattere Satana da solo, il suo inganno e il suo ardente inganno regneranno sempre supremi alle nostre deboli volontà.
  4. In ogni occasione in cui pecchiamo e commettiamo difetti, dobbiamo immediatamente sondare le nostre anime per riconoscere i punti di vulnerabilità. La debolezza umana ostacola la nostra capacità di tenere conto delle nostre offese e dei nostri peccati se non prendiamo l’iniziativa in pochi minuti o addirittura secondi. Satana desidera intensamente che si verifichi questo esatto ciclo in cui cadiamo nel peccato, continuiamo con le nostre vite come se nulla fosse accaduto, e diciamo che affronteremo la colpa più tardi nel nostro esame notturno per poi addormentarci senza averlo fatto.

AFFIDARSI A DIO

Dom Scupoli ci introduce quindi alla seconda fondazione della vita spirituale: la fiducia in Dio. «Al diffidare di noi stessi, dobbiamo unire la ferma fiducia in Dio, l’autore di tutto il bene». La fiducia in Dio, quando incanalata negli esercizi di preghiera, compie ulteriormente la nostra ricerca della salvezza, poiché «Non c’è nulla di maggiore efficacia nell’ottenere l’assistenza del Cielo che riporre una completa fiducia in Dio».

Scupoli fornisce anche quattro mezzi per ottenere la fiducia in Dio (13-14).

  1. Chiedi a Dio questa profonda virtù con grande umiltà. Dobbiamo ricordare che per chiedere umilmente dobbiamo essere pronti a cambiare le nostre vite e i nostri cuori in totale abbandono a Lui.
  2. “Contempla con una fede ardente l’immenso potere e l’infinita saggezza dell’Essere Supremo”. Dobbiamo sempre e ovunque cercare di cogliere l’eterna gloria di Dio. In tal modo, alla fine ci renderemo conto dell’insufficienza della nostra capacità di comprendere le sue realtà celesti
  3. Ricorda la promessa delle Sacre Scritture che “nessuno che ripone la propria fiducia in Dio sarà sconfitto”. 
  4. Con ogni azione dobbiamo continuamente tenere presente le nostre debolezze e la potenza eterna di Dio. Questo equilibrio di contemplazione tra sfiducia in se stessi e fiducia in Dio ci consente di ricordare costantemente ciò che temiamo in noi stessi e ciò che speriamo nell’amore divino di Dio, quindi, ordinando correttamente la nostra vita verso la resa totale.

Dom Scupoli, fiducioso nella sua direzione, scrive: «Ma se trascuriamo questo metodo, anche se possiamo lusingarci di essere realizzati da un principio di fiducia in Dio, saremo di solito ingannati». Questo inganno arriva per mano della presunzione, «di conseguenza, per distruggere ogni presunzione e santificare ogni azione la considerazione della propria debolezza deve precedere quella del Potere Divino. Entrambi devono precedere tutte le imprese». (fonte)

Qui l’articolo originale pubblicato su Il Timone

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