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Muore in un supermercato, lo coprono con degli ombrelloni e il negozio resta aperto

BRAZIL

Viral - Fair use

Pablo Cesio - pubblicato il 21/08/20

Un’immagine che ha scandalizzato il Brasile e fa riflettere sul valore della vita

In un periodo in cui i dati sui casi confermati e sui decessi a causa del coronavirus fanno tremare il Brasile, si è trasformato in tema di conversazione un altro fatto, che ha molto a che vedere con la dignità dell’essere umano e il rispetto nei suoi confronti.

È accaduto in un supermercato del nord-est del Brasile il 14 agosto, ma solo il 19 è stato reso pubblico insieme a una fotografia ormai diventata virale: quella di un corridoio con degli ombrelloni verdi a coprire un uomo morto per un arresto cardiaco.

L’accaduto ha suscitato stupore sulle reti sociali, soprattutto visto che si è saputo che il supermercato è rimasto aperto dopo la morte dell’uomo, che era tra l’altro un promotore delle vendite della struttura.

La risposta di Carrefour

La filiale brasiliana del gruppo francese Carrefour ha diffuso nelle ultime ore un comunicato con una richiesta di scuse per il modo in cui è stato gestito il caso.

“Carrefour si scusa per il modo inadeguato in cui è stata trattata la morte triste e inattesa del signor Moisés Santos, vittima di un attacco cardiaco, nel negozio di Recife (Pernambuco).

L’impresa ha sbagliato a non chiudere il negozio subito dopo l’accaduto”, indica il comunicato, in cui si sottolinea anche che “a seguito del decesso sono state seguite le raccomandazioni di non spostare il corpo dal posto”.

Il valore della vita

Anche la moglie del defunto, identificato come Manoel Moisés Cavalcante, ha espresso il proprio dolore per l’accaduto.

“Ero sull’autobus quando mi hanno chiamato dicendo che aveva avuto un attacco ed era morto”, ha affermato Odeliva Cavalcante al portale di notizie G1.

“Sono rimasta indignata. L’essere umano non vale nulla, alle persone importa solo il denaro. Credo che fosse una questione di rispetto (…) È orribile”, ha aggiunto la donna, indicando che il marito non aveva precedenti di problemi cardiaci.

Nonostante la lodevole e necessaria rapidità dell’impresa nel farsi carico dell’errore e nel chiedere scusa, la fotografia lascia spazio a un’ampia riflessione sul valore della vita e sulla morte.

Ancora una volta, come nel caso del coronavirus, dietro le cifre (e gli obiettivi imprenditoriali) ci sono delle persone, ed è per questo che in circostanze drammatiche come queste dovrebbe prevalere sempre il massimo rispetto.

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