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Santi depressi e in difficoltà a cui l’angelo custode ha portato conforto

SAINT Gertrude de Nivelles

Simon Bening | Public Domain

Santa Gertrude è stata confortata da un angelo che le apparso sotto forma di un giovane splendente.

don Marcello Stanzione - pubblicato il 21/08/20

Da San Castrense a Santa Gertrude, da Santa Francesca Romana a San Pio: la dolcezza degli spiriti celesti nei momenti più difficili

Sotto Giuliano l’Apostata mentre i carnefici fanno applicare come supplizio le torce ardenti al corpo San Teodoreto, degli angeli scintillanti appaiono intorno a lui, ed i carnefici cadono col volto in terra (Act. SS. Sett. Tomo VIII, p. 89 e seg.).

La prigione di San Castense

Durante la persecuzione dei vandali, san Castrense, vescovo, e molti cristiani sono gettati in una spaventosa prigione. Un angelo splendente di luce discende, durante la notte, presso i confessori di Cristo e tiene loro questo discorso: “Il Signore Gesù mi ha inviato perché io conforti le vostre anime ed i vostri corpi, voi state per essere precipitati in pieno mare, ma non sarete affatto privato per questo da una sepoltura onorevole”.

L’angelo scompare, ma la prigione rimane illuminata fino al mattino da una viva luce ed i martiri passano il resto della notte a cantare dei salmi e degli inni (Act. SS. Feb. Tomo II, p. 527).

La depressione di santa Gertrude

Santa Gertrude di Helfta (1256-1302) detta la grande, a venticinque anni, in seguito ad una terribile crisi depressiva entrò in uno stato esistenziale di profonda angoscia e prostrazione. Non ne sarebbe mai uscita se un angelo dai tratti di un bellissimo giovane non le fosse apparso dicendole di non consumarsi nel dolore, poiché la sua salvezza era prossima.

Piena di gratitudine la santa offrì sé stessa al Signore nel giorno in cui si faceva memoria liturgica dei santi arcangeli, affermando di fare tale consacrazione “in onore di questi grandi principi, per accrescere la loro gioia, la loro gloria e la loro beatitudine”.

Francesca e Vannuzza

Si narra che tutti gli angeli, dopo quel solenne gesto di affidamento, vennero, secondo la propria gerarchia, ad inginocchiarsi davanti a lei con grande rispetto, promettendole di vegliarla da quel momento con speciale affetto. Santa Francesca Romana (1384-1440) fu costantemente accompagnata, nel corso della sua vita, da figure angeliche, in particolare quella del suo angelo custode. Il primo intervento angelico, intorno al 1399, avvenne quando lo spirito celeste salvò Francesca e sua sorella Vannuzza dalle acque del Tevere, dove stavano per annegare.

SAINT FRANCESCA
Wikipedia

Santa Francesca Romana

Un bambino di 10 anni con i capelli lunghi

L’angelo apparve loro assumendo l’aspetto di un bambino di dieci anni, coi capelli lunghi e gli occhi splendenti, vestito di una tunica bianca simile a quella usata dai suddiaconi nelle liturgie. L’angelo bambino restò con Francesca per ventiquattro anni, dopo di che fu sostituito da un altro, descritto come assai più splendente, il quale le appariva spesso nell’atto di filare e tessere un filo d’oro, che rappresentava la vita della santa.

Con l’approssimarsi della sua fine, Francesca vedeva l’angelo affrettarsi sempre più nell’intrecciare una tela ormai quasi ultimata. L’amicizia fra santa Francesca Romana e il suo angelo custode è testimoniata anche da alcuni meravigliosi affreschi quattrocenteschi del pittore Antoniazzo Romano che ornano la cappellina del monastero delle Suore Oblate fondate dalla stessa santa.

Il cambiamento dell’animo di suor Astorc

La monaca cappuccina catalana Suor Maria Angela Astorc (1592-1662) descrive così le sensazioni che provò allorché vide per la prima volta il suo angelo custode.

La santa suora così scrisse: “Non appena percepii la sua presenza, avvenne un tale cambiamento nel mio spirito che si può dire vivessi in me stessa e allo stesso tempo fuori dal mio corpo. L’angelo infuse una grande nobiltà alle mie percezioni, il mio cuore si riempì di una dolce sensazione di conforto e con una minuziosa operazione fortificò tutto il mio spirito. Lasciò in me una tale impronta, una gratitudine così umile e dolce che non conoscevo più la debolezza delle creature, poiché tutte le passioni erano scomparse; provai una tale purezza di coscienza e una tale mortificazione dei sensi, che non dovevo più combattere con essi grazie alla potenza di quella misericordia”.

Padre Pio e i due sposi

Un giorno due sposi insegnanti, tornando da scuola, trovarono il loro bambino febbricitante. Provarono delle medicine, ma non servirono a nulla. Era quasi mezzanotte. Allora il marito disse a sua moglie: “Bisogna pure andare a letto, se domani dobbiamo andare al lavoro a scuola. Tu dormi qui con il bambino ed io dormirò nell’altra camera”.

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Solomenco-Bogdan-CC

Poco prima di andare a letto, al marito gli parve di aver letto in un libro su padre Pio da Pietrelcina, che si potevano mandargli gli angeli per chiedergli aiuto. E così fece. Era l’una meno cinque. Si svegliò alle tre di notte e pensò subito di andare a vedere come stava suo figlio. Lo trovò sano a letto. Felice, svegliò sua moglie, e le disse: “Il nostro bambino sta bene”. Essa rispose: “Me lo spiego, perché prima di andare a letto ho mandato l’angelo custode da padre Pio per chiedergli aiuto”.

Dopo alcune settimane, questo signore andò a San Giovanni Rotondo da padre Pio per ringraziarlo personalmente. Quando entrò in sagrestia, padre Pio era circondato da molti fedeli, ma vedendolo arrivare, gli disse con il suo solito umorismo: “Con voi non si può nemmeno più riposare di notte”. L’insegnante imbarazzato, chiese scusa, ma padre Pio rispose bonariamente: “Perché ti scusi? Io sono sempre felice quando arrivano gli angeli, anche se arrivano di notte”.




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PIO

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Invocare il nostro angelo fa avvertire più vicina la sua protezione. La pratica dei "martedì" è raccomandata dalla Chiesa.

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