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Dalla Bibbia alle Bibbie: i manoscritti del Mar Morto

Qumrâm
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Philippe-Emmanuel Krautter - pubblicato il 20/08/20
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Le grotte di Qumrân, nell’attuale Cisgiordania, hanno consegnato alla posterità questo luogo arido e inospitale da quando ci hanno riconsegnato un favoloso tesoro. Nel 1947 vi sono stati ritrovati molti testi biblici inediti che erano stati inghiottiti nell’oblio per più di venti secoli. Straordinaria scoperta archeologica, questi manoscritti sono essenziali per comprendere meglio come si sia formata la Bibbia.È a Qumrân, nel deserto di Giuda, che nel 1947 è stata fatta una scoperta sbalorditiva. La leggenda vuole che sia stato un giovane pastore alla ricerca di una delle sue pecore smarrite a scoprire lo straordinario tesorro in una delle numerose grotte naturali di questo luogo secco e arido. Ora, quel che da principio gli erano parse solo vecchie carte polverose si sarebbe invece rivelato una scoperta eccezionale: è infatti un’incredibile biblioteca nascosta da più di venti secoli che veniva così a risorgere dalle sabbie… Un insieme unico di testi, comprendendone anche alcuni di natura profana, ma soprattutto di numerosi frammenti o rotoli a carattere religioso e biblico.


MOÏSE LAW TABLE, RAPHAEL
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Questi preziosi manoscritti, che da lì in poi sarebbero stati chiamati “manoscritti del Mar Morto”, appartenevano a una comunità di Esseni che viveva in questi luoghi inospitali fuggendo il mondo dal III secolo a.C. al I della nostra era. Gli Esseni costituivano una setta giudaica di eremiti stabiliti nei luoghi di Khirbet Qumrân, a sud di Gerico, in Cisgiordania. Da allora, quei documenti hanno permesso di rivelare buona parte dell’organizzazione di quelle comunità essenzialmente votate alla preghiera e alla meditazione dei testi sacri. Un gran numero di testimonianze della loro vita quotidiana in totale autonomia sono stati riportati alla luce: refettorî, cisterne, vasche lustrali, ateliers e forni, cucine… per non parlare delle incredibili biblioteche!

Una biblioteca unica conservata

In questa favolosa e improbabile biblioteca, i manoscritti – o più precisamente i rotoli o frammenti che sono stati ritrovati – erano per la maggior parte conservati in anfore sigillate da tessuti di lino. Sono state le condizioni atmosferiche e il clima del deserto di Giuda che hanno permesso a quegli straordinari testi di risultare «particolarmente ben conservati» e di giungere così fino ai nostri giorni.

Les manuscrits de la mer morte

Pascal Deloche / Godong

I manoscritti del Mar Morto sono stati scoperti nel 1947

Quasi 900 rotoli e migliaia di frammenti su papiro o pergamena sono stati riportati alla luce. Ora – cosa perfino più straordinaria – questa scoperta ci ha riconsegnato per un buon quarto del fondo testi inediti della Bibbia ebraica, tra cui i testi dell’Esodo, del Levitico, del Deuteronomio, dei Salmi eccetera. Bisogna immaginare la sorpreso dei ricercatori quando si sono trovati fra le mani il più antic otesto della Bibbia, risalente al III secolo a.C., laddove i manoscritti più antichi della Bibbia Ebraica già nota risalivano fino ad allora al nostro medioevo.

Questi manoscritti religiosi (e anche quei pochi profani) sono datati dal 200 al 100 a.C. e sono redatti essenzialmente in ebraico, ma anche in greco o (in qualche caso) in aramaico. E tuttavia, sebbene fossero conservati eccezionalmente bene, stando l’elevata deperibilità ordinaria del supporto papiraceo o pergamenaceo, poiché erano moltissimi i secoli attraversati da loro, quei manoscritti hanno necessitato di un lungo lavoro di restauro e di ricostruzione, dalla loro scoperta in qua. Un lavoro delicato e di lunga durata: alcuni restauri sono tuttora in corso di realizzazione! Questa difficoltà è stata fortemente accresciuta, purtroppo, dallo spaccio di falsi – cosa che ha suscitato non poche polemiche.

Una rinnovata fonte di testi biblici

I membri della setta giudaica che risiedevano in questi luoghi aridi conducevano una vita ascetica di cui la copia e la meditazione di testi sacri sarebbero stati parte assidua e quotidiana. Ciò spiega il grande numero di testi religiosi ritrovati, tra cui in primo luogo la Legge di Mosè, nonché numerosi commenti a testi profetici copiati in molteplici esemplari, che presentano talvolta importanti varianti (preziosissime per i biblisti). Libri santi accompagnavano il corpus, nonché altri dalla definizione più fluida e che risultavano ai margini degli elenchi canonici.

I maniscritti del Mar Morto offrono quindi uno spaccato ricco d’insegnamenti sulla società giudaica dell’epoca templare. Soprattutto, i testi o frammenti venuti alla luce in queste scoperte invitano a re-interrogare quel che oggi chiamiamo “la Bibbia” – al singolare. Una volta di più, si vede che la Bibbia è stata elaborata progressivamente per parecchi secoli mediante molteplici influenze letterarie. Le scoperte di Qumrân lo comprovano.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]