Al Meeting di Rimini la voce della scienza rende ragione al verso del Salmo "Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio": se l'evoluzione ci aveva insegnato che il mondo si regge sul conflitto, oggi la biologia ci mostra che anche nei meandri più microscopici del nostro corpo il Creatore ha impresso l'impronta della compagnia come strumento di crescita.
L’edizione speciale del Meeting di Riminidi quest’anno mette a tema la meraviglia, che spesso riduciamo a emozione romantica ma che, all’origine, è quel forte contraccolpo che dovrebbe scuoterci di fronte alla presenza di ogni cosa, perché c’è. Ci accadono momenti forti di autentica meraviglia in circostanze particolari, specialmente quando siamo privati della normalità: ad esempio, dopo una lunga malattia capita di ritrovarsi stupiti delle azioni semplici che ricominciamo a fare e magari ci pare strepitoso anche andare dal fornaio. Ecco. Quella meraviglia, quello stupore sono il motore radicale dell’essere umano, di chi si rende conto di essere una creatura ospitata dentro il disegno di un Creatore.
Questa meraviglia è anche l’amicizia solida tra la fede e la scienza, che solo una visione ideologica e riduttiva – e poco concreta – vorrebbe come sfere isolate, in aperta collisione. Lo scienziato e l’uomo di fede percorrono la stessa strada insieme, volgendo lo sguardo su zone diverse dello stesso panorama: ciascuno illumina squarci diversi di un medesimo orizzonte, ciascuno è mosso da quel contraccolpo radicale di meraviglia che fa dire «Chi sono? E cos’è questo mondo attorno a me?».
Ieri pomeriggio al Meeting è stato protagonista dell’incontro Essere fatti come un prodigio il Professore emerito di biologia Scott F. Gilbert, il cui entusiasmante affondo scientifico ha cantato in coro col bellissimo salmo 138:
Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
La parola “prodigio” è poetica e bellissima, ma rischia di essere un ghirigoro astratto. Il professor Gilbert lo ha incarnato nella biologia di noi esseri viventi, usando il microscopio. Si è trattato di una lezione anche molto approfondita dal punto di vista tecnico (ed io, perciò, ho tentennato su qualche passaggio), ma gli spunti più interessanti sono stati esposti con una chiarezza entusiasmante e hanno la forza di cambiare lo sguardo che abbiamo proprio sul nostro corpo, su ciò che riteniamo essere la nostra cifra più individuale e singolare … ed invece è frutto di una relazione.