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Ti correggo per ritrovare più forte la nostra comunione

FRIENDS, HELP, MOUNTAINS

Alex from the Rock | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 12/08/20

La correzione fraterna non è un processo, né l'alternativa all'ignorarsi del tutto: è la strada per ricucire la comunione, quel mistero per cui facendo la fatica dell’amore, lì è presente il Signore.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello;
se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.
Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.
In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.
Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». (Mt 18,15-20)

C’è una faccenda che per troppo tempo abbiamo vissuto male: la correzione fraterna. Infatti le due forme estreme con cui viviamo i dissidi relazionali sono entrambi negativi e deleteri: o ci ignoriamo cordialmente, o usiamo le parole come coltelli. Il Vangelo di oggi sembra tracciare un piccolo vademecum su come vanno gestiti certi momenti di crisi: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano”.

La parola d’ordine sembra “gradualità”. Senza questa mediazione graduale ciò che potrebbe arrivare all’altro è solo il giudizio, e quando una persona si sente giudicata si chiude sulla difensiva senza più possibilità di confronto. Dovremmo sempre domandarci se la nostra correzione fraterna è un processo o una manifestazione di amore. Certe volte partiamo con delle buone intenzioni ma finiamo per usare gli strumenti sbagliati. Eppure è talmente potente la comunione e il legame che abbiamo con il fratello, che a partire proprio da esso possiamo smuovere i cieli: “In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Ecco un segreto che molto spesso dimentichiamo: quando siamo in comunione gli uni con gli altri, la nostra preghiera può tutto. E ce lo ricorda anche un canto popolare cantato in ogni dove: “Dov’è carità e amore, qui c’è Dio”. Delle volte pensiamo che i cieli siano lontanissimi da noi, eppure ovunque ci sono delle persone che si amano, facendo la fatica dell’amore, lì misteriosamente è presente il Signore. Ecco perché la comunione fraterna non è un optional nella fede cristiana.

#dalvangelodioggi

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA DON LUIGI MARIA EPICOCO

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