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La “sindrome di Emmaus” e lo scoraggiamento di alcuni sacerdoti

KOLORATKA
Aleteia - pubblicato il 07/08/20

P. Zezinho: “Questo mese ho saputo che cinque sacerdoti che ho conosciuto hanno abbandonato le proprie funzioni sacerdotali perché scoraggiati”Padre Zezinho ha postato sulle reti sociali alcune considerazioni personali su un fenomeno che ha definito “sindrome di Emmaus”, che collega alle delusioni che alcuni sacerdoti hanno avuto per il fatto di non veder realizzato più rapidamente quello che consideravano un “sogno di rinnovamento” della Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II, ripetutamente difeso dal presbitero.

L’opinione del sacerdote brasiliano rappresenta una delle prospettive per un dialogo critico tra i cattolici riguardo a questo evento della storia della Chiesa che è stato piuttosto discusso per quanto riguarda il suo impatto, considerato prevalentemente positivo da un’ala della Chiesa e prevalentemente negativo da un’altra. È in questo contesto, del resto, che alcuni cattolici considerano lo stesso padre Zezinho propenso alla teologia della liberazione e alle ideologie di sinistra, anche se egli rifiuta questo collegamento e si dichiara “né di sinistra né di destra, né centrista”, ma solo “difensore della Dottrina Sociale della Chiesa”.

Ecco cosa ha scritto su quella che definisce “sindrome di Emmaus”:

Nessuno è immune, come nessuno è immune allo scoraggiamento di Tommaso!

Questo mese ho saputo che cinque sacerdoti che ho conosciuto hanno abbandonato le proprie funzioni sacerdotali per scoraggiamento. Uno perché diventerà padre di un bambino e voleva assumere la paternità, uno perché si è innamorato di una professoressa della scuola, e tre per ragioni politiche di destra e di sinistra. Ho inviato un messaggio a quattro di loro perché siamo amici. L’altro ha cambiato il numero di telefono.

Ripenso ai giorni della Passione e Resurrezione di Gesù, anni 33-35. Tommaso si era allontanato dal gruppo. I due discepoli di Emmaus pensavano che il sogno fosse sfumato. Gesù era appena stato sconfitto, e loro tornavano tristi al loro villaggio.

I compagni di Tommaso gli hanno detto che Gesù era risorto. Gesù stesso lo ha comunicato ai due di Emmaus. E il segno è stata la condivisione della cena quella sera, dopo circa 6 chilometri di camminata.

I tre scoraggiati sono tornati, ma penso alle migliaia che non sono mai tornate a esercitare il ministero, perché per loro il sogno è finito e l’ideale è svanito. Hanno voluto seguire Gesù per altre vie.

Nessuno è esente da questo sentimento, perché non concorda col Papa attuale, col vescovo o con i cambiamenti post-conciliari. Il CONVIVIO si interroga per via del CONCILIO. Sognavano una Chiesa come prima del 1959.

E ho anche accompagnato i drammi dei sacerdoti che hanno optato per la politica e per cambiamenti più avanzati che non hanno visto con Giovanni Paolo II e neanche con Papa Francesco. La Chiesa che sognavano non ha accelerato il passo come volevano. Sono andati avanti in un partito politico o come laici.

La sindrome di Emmaus influisce su chiunque abbia sognato in grande e non abbia visto la Chiesa compiere i passi che voleva. Delusione? Vecchi amori? Nuovi amori? Nuovi sogni politici per il Brasile?

Solo loro lo sanno. Resto loro amico, e visto che mi piacciono i passi della Chiesa da Giovanni XXIII, anche se sono lenti, porto avanti la mia lettura della Storia del Mondo, della Chiesa e delle Chiese.

Io, che sono abbastanza lento nel comprendere la storia e la Chiesa (come lo erano gli apostoli), posso capire la loro fretta o la loro lettura. Prego e rispetto. Penso che soffrano più di quanto ammettono. Qualcosa non corrisponde a quello che sognavano.

Il mio sogno va avanti, con cambiamenti rapidi o lenti, ma confido nel Concilio e nei documenti, nei Papi e nei vescovi che ho conosciuto. Non sono perfetti, e io ancora meno! Molti di loro erano più zelanti e più colti di me, ma non è servito.

Continuo a stare in un clima di cenacolo. Penso che ci saranno luci per tutti coloro che credono ancora nel presente e nel futuro della nostra Chiesa, ma la lunga attesa ha già distrutto molti sogni.