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La preghiera alla Madonna di Nagasaki miracolosamente scampata all’esplosione

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Vincenzo PINTO / AFP

Silvia Lucchetti - pubblicato il 06/08/20

Il prossimo 9 agosto ricorrono 75 anni dalla tragedia nucleare di Nagasaki. La testa incenerita della Vergine di Urakami ha ispirato al Cardinale Comastri una accorata supplica per la pace nel mondo

Il prossimo 9 agosto ricorrono 75 anni da quel mattino del 1945 quando gli Usa sganciarono su Nagasaki una seconda atomica, dopo quella fatta deflagrare ad Hiroshima tre giorni prima. Quel giorno fu ridotta in macerie anche la magnifica cattedrale di Urakami, allora la più grande chiesa cattolica dell’Asia. Edificio di culto che era stato costruito trenta anni prima sulla collina di Urakami dai poveri contadini del luogo che, rifugiatisi nelle isole circostanti per sfuggire alla persecuzione anticristiana e mantenersi fedeli alla fede e alla pratica religiosa, erano tornati lì dopo due secoli con la fine dell’ostracismo (asianews.it).

La testa della Vergine Maria scampata all’esplosione

L’accecante esplosione nucleare che in un attimo ha ucciso 70.000 persone, ridotto in frantumi vetrate finemente decorate, fatto crollare praticamente tutta la struttura, incendiato l’altare e fuso le campane, ha risparmiato una sola cosa. Tra le rovine incenerite è stata rinvenuta quasi intatta la testa di una statua della Vergine Maria, il cui aspetto risulta impressionante: gli occhi della Madonna appaiono come due cavità bruciacchiate e una fessura carbonizzata sulla guancia destra evoca una lacrima che riga il volto della Madre.

Tra le vittime di quella esplosione si contarono circa 8.500 cattolici; molti di loro in quel momento erano raccolti in preghiera proprio in quella chiesa. Da alcuni anni quella comunità cattolica – che conta circa 65.000 fedeli e risulta la più importante del Giappone in rapporto alla consistenza della propria popolazione – si è fatta promotrice del movimento per l’abolizione delle armi nucleari. (Ibidem)

 La Madonna ferita simbolo di pace

La potente reliquia della venerata testa della Vergine ferita è per i cristiani fonte di ispirazione e stimolo alla preghiera, e per tutti un emozionante simbolo di pace. Nell’edizione del 15 agosto del 2010 del settimanale cattolico giapponese Katorikku Shinbun fu pubblicata la foto di tre personaggi con le mani giunte: sullo sfondo l’altare di una cappella con al centro la testa ferita della Vergine Maria di Nagasaki. La foto era stata scattata il 5 agosto nella chiesa di Urakami in occasione della visita di Ban Ki-moon, allora Segretario generale dell’Onu, il personaggio al centro del gruppo che vedeva accanto a lui l’arcivescovo e il sindaco della città. Una foto simbolo e non la semplice illustrazione di un evento, che intendeva tradurre il messaggio che quell’icona trasmette al Giappone e d al mondo intero.

La reliquia in pellegrinaggio

Nel precedente mese di maggio, in occasione della conferenza per la revisione del trattato di non-proliferazione nucleare, la reliquia era stata portata in pellegrinaggio al Palazzo di Vetro da un gruppo di hibakusha (superstiti delle bombe nucleari) di Nagasaki capeggiati dall’arcivescovo – rimasto orfano di entrambi i genitori nella conflagrazione atomica – che aveva invitato Ban Ki-moon ad allargare il programma della sua tappa giapponese in occasione della annuale ricorrenza includendovi Nagasaki oltre ad Hiroshima. Nel tragitto verso New-York la reliquia era stata portata in Vaticano e benedetta dal Papa Emerito e a Guernica, in Spagna, per una cerimonia in memoria delle vittime di un eccidio nazista perpetrato durante la guerra civile spagnola (asianews.it).

La preghiera del Cardinal Comastri

Oggi, venerata anche da Papa Francesco, rappresenta contemporaneamente un monito sugli effetti devastanti della violenza umana e un simbolo della superiore forza dell’amore materno di Maria, invocata per la pace del mondo. La testa della Vergine di Nagasaki ha ispirato al Cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, questa preghiera (Maria con te):

O Maria, Mamma nostra cara,
nell’ora del dolore da chi possiamo andare?
Dalla mamma e soltanto dalla mamma.
Dio ha creato un mondo tanto bello
e noi lo stiamo aggredendo e deturpando;
Dio ha nascosto tanta energia nella creazione
affinchè potessimo usarla per farci del bene,
per lenire i dolori , per alleviare la fatica…
e invece noi abbiamo trasformato l’energia in bombe
fino alla follia della bomba atomica.

O Maria, Mamma nostra cara,
ci stiamo punendo con le nostre stesse mani.
Guardando il tuo volto crudelmente devastato
dalla prima bomba atomica della storia
noi riviviamo la follia assurda di quel momento
che ci rende indegni di abitare in questo mondo.

O Maria, mamma nostra cara,
porta a Gesù una nostra lacrima di pentimento
e aiutaci a combattere l’unica guerra lecita:
la guerra per la pace: dentro di noi, tra di noi,
tra le famiglie e tra i popoli.

Regina della Pace,
deturpata dalla nostra guerra
prega per noi e rendici costruttori di pace.
Amen.

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