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Papa Pio XI: prego tutto il giorno l’angelo custode e lo sento accanto a me

PIE XI

Domaine Public

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 05/08/20

La due devozioni speciali del pontefice al proprio spirito celeste: "benevolenza" e "custodia", come gli insegnò san Bernardo

Aveva una grande devozione personale verso gli spiriti celesti. Una volta, Papa Pio XI (1857-1939) rivelò a un gruppo di pellegrini che, all’inizio e al termine di ogni giornata, invocava il proprio Angelo custode, sottolineando che di frequente ripeteva tale invocazione angelica durante le attività quotidiane specialmente quando c’erano grossi problemi.

Lo spiega Don Marcello Stanzione nel suo libro “La spada di San Michele arcangelo” (Mimep docete edizioni)

San Bernardo da Chiaravalle

Ma da dove nasceva questa profonda devozione di Pio XI all’Angelo custode? Il Papa rivelò che, fin da bambino, aveva compreso, grazie ai suoi illuminati genitori ed educatori, i meravigliosi pensieri di San Bernardo da Chiaravalle riguardo al rispetto fiducioso e all’amore da nutrire verso l’Angelo custode. Pio XI raccomandava la devozione angelica particolarmente ad alcune categorie come i missionari, i nunzi apostolici, gli insegnanti e gli scouts.

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San Bernardo (1090-1153). 20 agosto.Abate di Chiaravalle, monaco borgognone, grande riformatore dell'ordine cistercense e della Chiesa medievale. «Il primo dovere dell'uomo che vuole praticare la sapienza sta nel vedere ciò che è, ciò che c'è in lui, sotto e sopra di lui, di fianco a lui, davanti e dietro a lui. Questa considerazione, ben fatta, produce eccellenti frutti: il disprezzo di sé, la carità verso il prossimo, il disgusto del mondo, l'amore di Dio».

Gli esploratori

In un bel discorso del 1923 agli esploratori cattolici, il pontefice dichiarò:

«…sempre agli esploratori noi raccomandiamo la devozione agli Angeli. L’esploratore é spesso abbandonato alle sue sole forze, ai soli suoi mezzi. Non dimentichi allora che egli ha una guida celeste, che l ’Angelo di Dio veglia su di lui. Tale pensiero gli darà il coraggio e la fiducia di un aiuto prezioso».

Il messaggio ai bambini

Il papa Pio XI, il 2 settembre 1934, parlando ad un gruppo di bambini ebbe a dire che San Bernardo, il devoto di Maria, l’amico del Cuore di Gesù, è anche, si può dirlo, il cantore, l’araldo degli Angeli Custodi.

Definito il Santo Dottore, Bernardo dice ad ogni fanciullo, ad ogni essere umano che egli ha per lui un Angelo, che non deve mai dimenticare questo compagno di vita e rendergli «il rispetto per la sua presenza, la devozione per la sua benevolenza e la fiducia per la sua buona custodia».

Le due regole di San Bernardo

Secondo Papa Pio XI, infatti, l’Angelo di Dio ci accompagna in effetti con la sua presenza, ci onora e ci ama con la sua benevolenza, e ci difende con la sua buona custodia:

«Seguite le disposizioni con le quali San Bernardo ci suggerisce così bene di rispondere ad una tale bontà:

“Il rispetto per la presenza”. Non bisogna mai dimenticare la presenza dell‘Angelo custode.

“La devozione per la benevolenza”. L’Angelo custode non è solamente presente, ma la sua compagnia deborda di tenerezza e di amore; quello che richiede ancora da parte nostra a suo riguardo un amore fatto di tenerezza, cioè di devozione.

La devozione si attualizza nella pratica della preghiera di ogni giorno, invocando il proprio Angelo all’inizio ed alla fine di ogni giornata, ma anche lungo tutta la giornata».

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La “buona custodia” degli angeli

«Vi invitiamo ad imitare su questo punto Papa Pio XI – scrive Don Marcello Stanzione – All’inizio ed alla fine di ogni giornata della sua vita, egli invoca il suo Angelo custode; e spesso rinnova questa invocazione nel corso della giornata, specialmente quando le cose da fare sono un poco complicate e difficili, che è lungi dall’essere raro, lo si pensa bene».

«Ora – prosegue lo studioso di angelologia – egli tiene a dire, sempre per dovere di riconoscenza verso il suo Angelo custode, che egli si sente sempre assistito da lui in modo ammirabile».

«Molto spesso, Papa Pio XI vede e scorge che il suo Angelo è là, vicino a lui, pronto ad assisterlo, ad aiutarlo. È ugualmente quello che fanno gli Angeli di tutti: sempre presenti, sempre amanti, sempre vigilanti. Da ciò, ripetiamo, la necessità di ricorrere frequentemente ad essi con devozione. “La confidenza per la buona custodia”».

La rivelazione del cardinale Confalonieri

Anche i collaboratori più stretti di Pio XI furono sempre edificati dal profondo amore del Papa verso gli Angeli. Il cardinale Carlo Confalonieri, nella sua biografia Pio XI visto da vicino, così scrive:

«Era devotissimo degli Angeli custodi, del suo personale in primo luogo, e di quelli che riteneva preposti agli uffici ecclesiastici e alle varie circoscrizioni territoriali. Quando doveva compiere qualche delicata missione, pregava il suo Angelo di preparare e facilitare la strada, predisponendo gli animi. Anzi, in circostanze di particolare difficoltà, pregava pure l’Angelo dell’altro interlocutore, perché illuminasse e rabbonisse il suo protetto. Entrando nel territorio della Diocesi di Milano, si era inginocchiato a baciare la terra che il Signore gli affidava e aveva invocato la protezione dell’Angelo della Diocesi».


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