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Come deve essere la nostra preghiera? ostinata!

ROSARY

Fred de Noyelle | Godong

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 05/08/20

La donna cananea del Vangelo di oggi non indietreggia di fronte al silenzio di Gesù, resta e continua ostinatamente a pregarlo. «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri».

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».

Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».

Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

(Mt 15,21-28)

“Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola”. Per dialogare bisogna essere almeno in due. Ma cosa accade quando solo uno parla e l’altro non risponde? Molto spesso si smette anche di parlare perché ci sembra completamente inutile continuare a dialogare avendo di fronte un muro di gomma. A volte nella preghiera si ha la medesima sensazione ben descritta nel vangelo di oggi: ci sembra di essere solo noi a parlare e di trovare dall’altra parte solo silenzio. Per questo con il tempo smettiamo di pregare, e preferiamo ragionare da soli e tenerci dentro le cose. Ma è proprio la donna Cananea del vangelo di oggi che ci indica la via d’uscita. Ella invece di andarsene, continua ostinatamente a rimanere davanti a Gesù e a continuare a pregarlo: “Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita”. È la sua ostinazione che la porta a vedere la sua preghiera cambiata. Prima sperimenta il silenzio, poi Gesù parla ma dice a lei cose che non sono rassicuranti ma dolorose, infine approfondisce talmente tanto il motivo per cui è lì fino a strappare a Gesù non solo la grazia ma uno dei complimenti più belli del Vangelo: “Donna davvero grande è la tua fede”. La preghiera è quindi l’ostinazione con cui preghiamo nonostante il silenzio, la percezione negativa, e l’umiltà con cui lasciamo che essa ci conduca alla radice vera di quello che domandiamo. Gesù non definisce in nessun altro modo la qualità della preghiera se non attraverso l’ostinazione di pregare nonostante tutto.

Matteo 15,21-28

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