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Seguire Gesù è preferire Lui ad ogni nostro schema

MAN, UPSIDE DOWN
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 04/08/20
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Il santo non è l’uomo che segue meccanicamente delle regole, ma che riempie ogni gesto della sostanza dell’Amore che lo ha trasformato. In quel tempo vennero a Gesù da Gerusalemme alcuni farisei e alcuni scribi e gli dissero:
«Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!».
Poi riunita la folla disse: «Ascoltate e intendete!
Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!».
Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: «Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?».
Ed egli rispose: «Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata.
Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». (Mt 15,1-2;10-14)

La diatriba raccontata nel vangelo di oggi contrappone alcuni scribi e farisei all’insegnamento di Gesù: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!». La contestazione è chiara: i discepoli di Gesù trasgrediscono le regole e la forma. La convinzione di fondo è che una persona è giusta solo se sta dentro lo schema, e se rimane in quello schema allora può avere sempre il patentino del migliore. È un po’ come se un cristiano solo perché non trasgredisce il precetto della domenica e segue una serie di altre regole è automaticamente santo, quando invece può accadere che si può andare a messa tutte le domeniche e avere comportamenti iniqui nei confronti delle persone che ci sono accanto.

Cosa vale di più davanti al Signore: la trasgressione della forma o il tradimento della sostanza? Gesù risponde in questo modo: «Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!». Capovolge così il principio di fondo: è la sostanza che rende la forma buona, e non la forma che rende buona la sostanza. In pratica è come se dicesse a un qualunque cristiano: è il tuo sforzo di amare che rende la tua osservanza ai precetti utile e non il contrario. Infatti a cosa servirebbero i sacramenti senza la fatica di vivere di conseguenza al vangelo e a quella grazia ricevuta? Prendere la comunione e rimanere uguali è voler usare l’eucarestia come un amuleto, un gesto magico, mentre essa è solo il più grande e valido motivo per non vivere più come prima. Dobbiamo quindi sradicare completamente questa mentalità perversa di intendere le cose. “Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: «Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?». Ed egli rispose: «Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!»”.

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