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Vescovo nigeriano: “Stanno uccidendo i cristiani come polli”

Les actes terroristes sont presque quotidiens au Nigeria

Audu Marte / AFP

Aleteia - pubblicato il 03/08/20

Movimenti mediatici di attivismo internazionale restano “stranamente” estranei a quello che accade alla popolazione cristiana del Paese africano

Non è cambiato praticamente nulla nel corso degli ultimi mesi da quando l’arcivescovo di Kaduna, in Nigeria, monsignor Matthew Man-oso Ndagoso, ha rilasciato una forte dichiarazione al portale cattolico LifeSiteNews il 26 aprile 2019:

“Stanno uccidendo i cristiani come polli”.

La drammatica situazione dei cristiani perseguitati nel Paese va avanti, ed è poco affrontata dai cosiddetti “grandi media” mondiali. È un genocidio che interessa poco o niente anche i “professionisti dell’indignazione internazionale”.

Migliaia di cristiani continuano ad essere uccisi, e decine di villaggi rasi al suolo.

L’arcivescovo Ndagoso ha denunciato più di un anno fa che gli attacchi degli estremisti di etnia Fulani contro i villaggi cristiani non erano motivati solo da fattori religiosi, ma anche dall’impunità con cui le autorità nigeriani li lasciano agire. Negli Stati del Nord-Est del Paese più popoloso dell’Africa, in cui circa il 98% della popolazione è musulmano, nella pratica è stata imposta la legge islamica, e i cristiani sono ridotti a un’esigua minoranza che “purtroppo non conta agli occhi di alcuni”.

“Ho sempre detto che il primo dovere di un Governo, in qualsiasi parte del mondo, è proteggere la vita e le proprietà dei cittadini, ma posso assicurarvi che non è il caso del nostro Paese, soprattutto nel Nord-Est”, ha affermato monsignor Ndagoso. “Stanno uccidendo i cristiani come polli”.

Tutto uguale – se non peggiore – nel 2020

Nel giugno 2020, anche il vescovo di Sokoto, monsignor Matthew Kukah, ha puntato il dito contro il Governo nigeriano per la sua passività e incompetenza nel far fronte ai gruppi armati che terrorizzano la regione, nella fattispecie Boko Haram, formato da fanatici jihadisti che vogliono instaurare un califfato, e i pastori nomadi Fulani, che hanno perpetrato una persecuzione brutale contro gli agricoltori cristiani.

Secondo statistiche recenti della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea, circa 6.000 cristiani nigeriani sono stati uccisi dal 2015, il che vuol dire più di mille all’anno. Monsignor Kukah dichiara che il Governo della Nigeria è “debole e corrotto”, e quindi “responsabile della degenerazione del conflitto”, e chiede l’aiuto internazionale.

Nel luglio 2020, il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea, ha inviato una lettera alla Commissione Episcopale della Nigeria sottolineando l’impegno dei vescovi europei nella difesa della comunità cristiana del Paese africano e rafforzando la richiesta di aiuto e cooperazione dell’Unione Europea.

Nel frattempo, i movimenti mediatici di attivismo internazionale restano “stranamente” estranei a quello che accade alla popolazione cristiana del Paese africano, preferendo bravate retoriche come l’abbattimento delle statue di Cristo perché sarebbero strumenti della “supremazia bianca”.

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