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Il 2020 è un anno perduto?

QUARANTINE

Shutterstock | Marian Fil

Dolors Massot - pubblicato il 03/08/20

Se diamo il valore dell'eternità a ogni minuto della nostra vita, un anno non sarà mai considerato perduto

Avete forse già pensato o sentito dire che questo 2020 sarà un “anno perduto”, perché molti possono vivere una di queste situazioni provocate dal Covid-19:

  • disoccupazione o grandi cambiamenti nella vita professionale;
  • assenza di viaggi e della possibilità di vedere amici e familiari o di viaggiare;
  • cambiamenti nella formazione, soprattutto dei bambini;
  • dover affrontare la malattia, la perdita di persone care o la convivenza con qualcuno che ha contratto il coronavirus.

La sensazione è che quest’anno sia rimasto tra parentesi, che la nostra vita si sia paralizzata. L’impatto personale ed economico provocato dalla pandemia è generalizzato.

È difficile avviare nuovi progetti, a livello sia personale che familiare, sociale o professionale. Ci sono molte difficoltà per andare avanti come pensavamo di fare, tra cui il rischio di contagio e la mancanza di un vaccino contro il coronavirus.

In molti Paesi c’è il dovere logico di mantenere una distanza di sicurezza tra le persone, e le misure sanitarie hanno cambiato drasticamente il nostro modo di relazionarci agli altri. Ciò rende complicato il fatto di intraprendere qualcosa in qualsiasi dimensione della nostra vita, dal fidanzamento agli affari.

Cosa mettere sulla bilancia?

Alla fin fine, abbiamo perso un anno della nostra vita? Il 2020 sarà un anno totalmente senza valore o con un bilancio negativo?

Non dev’essere così. L’efficacia di quest’anno dipenderà dal senso che diamo alla nostra vita. Per chi pensa solo al suo tempo, guardando soltanto al proprio beneficio, trovarsi in una situazione difficile – per non dire impossibile – per fare ciò che piace di più renderà il 2020 negativo.

Lo stesso varrà per chi si era posto mete materiali per quest’anno. Potrà essere deludente anche per chi cercava la gloria professionale in qualche segmento del mercato.

Come fare per non perdere l’anno?

Il primo suggerimento è dare alla propria vita un senso trascendente. Chiedetevi perché e per chi fate le cose. Vivere per la famiglia e per fare del bene agli altri è un grande passo. La pandemia ci ha fatto pensare profondamente al senso che diamo alla nostra vita. È il momento di valutare il posto che diamo a Dio nel nostro cammino.

Chi crede in Dio vedrà il 2020 come un dono, nonostante tutte le difficoltà. La fede cambia tutto, soprattutto l’approccio nei confronti del nostro lavoro, del nostro amore, della nostra salute.
I pensatori classici parlavano della brevità del tempo come un lamento. È una lamentazione, frutto della condizione umana, che vede che il tempo sfuma. Da ciò deriva il concetto del “Tempus fugit”, del tempo fugace, che sfugge, che non può essere trattenuto.

San Paolo si rivolgeva ai Corinzi dicendo “Tempus breve est!”, riferendosi alla brevità del nostro passaggio sulla Terra rispetto all’eternità davanti a Dio.

Sulla stessa linea, San Josemaría Escrivá ci invita a riflettere:

“Il tempo è un tesoro che se ne va, che sfugge, che ci scorre tra le mani come acqua sulle rocce. Ieri è passato, l’oggi sta passando. Il domani sarà poi un altro ieri. La durata della vita è molto breve, ma quanto si può realizzare per amore di Dio in questo piccolo spazio!”

Se diamo quindi il valore dell’eternità a ogni minuto della nostra vita, un anno non sarà mai perduto.

Forse il 2020 costerà più degli altri anni, ma è stato anche un tempo propizio per fare grandi cose. È per questo che la nostra prospettiva sull’anno del coronavirus potrà cambiare quando ricorderemo qualcosa di essenziale: la vita è un tempo per amare.

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