Un uomo ha provocato un incendio che ha devastato un antico crocifisso. Per il cardinale Brenes è un atto terroristico. Profondamente ferita la comunità cattolica nicaraguense“Un atto terroristico”: così il cardinale Leopoldo José Brenes, arcivescovo di Managua, ha definito l’attentato compiuto ieri contro la Cattedrale della capitale nicaraguense.
Un uomo incappucciato, secondo alcuni testimoni, ha lanciato una bomba molotov nella cappella del Sangue di Cristo all’interno della Cattedrale, provocando un incendio che, tra l’altro, ha bruciato un crocifisso di circa quattro secoli. L’incendio è stato domato in tempi abbastanza rapidi. Non ci sono stati feriti, ma l’attacco ha profondamente colpito la comunità cattolica.
Un atto premeditato
Un comunicato dell’Arcidiocesi afferma che si tratta di “un atto premeditato e pianificato, compiuto da una persona esperta”. Il crocifisso – si sottolinea – “è stato bruciato nella sua interezza da un dispositivo non ancora identificato”. Si esclude in modo deciso, come invece affermato da alcuni, “l’ipotesi di un incendio accidentale” in quanto nell’area dell’attacco non ci sono candele. L’Arcidiocesi parla di una “deplorevole azione” che “offende e ferisce profondamente” tutti i cattolici perché l’immagine di questo crocifisso “è una delle più amate e venerate dai fedeli” nicaraguensi.
Identificare mandanti ed esecutori
“Questo fatto riprovevole – prosegue il comunicato – si aggiunge ad una serie di atti sacrileghi, di violazioni alla proprietà della Chiesa, di assedi ai templi, che non sono altro che una catena di eventi che riflettono l’odio verso la Chiesa cattolica e la sua opera di evangelizzazione. Gli attacchi contro la fede del popolo cattolico richiedono un’analisi approfondita, per chiarire gli autori intellettuali e materiali di questo atto macabro e sacrilego”. Infine, il comunicato invita i credenti ad “essere attenti” alle indicazioni dell’arcivescovo nei prossimi giorni, per rispondere con fede “al sentimento di dolore e impotenza che soffriamo”.
Reazioni di solidarietà alla Chiesa di Managua stanno giungendo da tutto il mondo, come riporta la pagina facebook dell’Arcidiocesi.
La preghiera di Papa Wojtyla davanti al crocifisso
San Giovanni Paolo II sostò in preghiera davanti al crocifisso del “Sangue di Cristo” visitando la Cattedrale nel febbraio 1996. Nel suo discorso rivolse queste parole ai presenti:
“Voi avete voluto che questo tempio, cuore dell’Arcidiocesi di Managua, in cui venerate con devozione l’antica immagine del ‘Sangue di Cristo’, giunta dalla Spagna più di tre secoli fa e che rappresenta Gesù che sulla croce offre al Padre tutto il suo sangue e tutta la sua umanità, fosse dominato dal Signore Risorto con l’insegna della sua vittoria sul peccato e sulla morte. Non dimenticate questo mistero della morte e risurrezione quando la stanchezza, la solitudine o l’incomprensione altrui potrebbero far diminuire il vostro entusiasmo o far vacillare il vostro spirito. Non dubitate del fatto che siete amati dal Signore e il suo amore vi precede e accompagna sempre: la sua vittoria è garanzia della nostra!”.
Attacchi contro le chiese del Nicaragua
Negli ultimi mesi e anche recentemente, ci sono stati diversi atti di vandalismo contro le chiese in Nicaragua. Sono state profanate Ostie consacrate, rubati ostensori, cassette delle offerte, amplificatori, distrutte statue, danneggiati banchi e altri mobili e oggetti. Un clima crescente di violenza e intimidazione contro i cattolici in una fase delicata della situazione generale del Paese centroamericano.