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Hildegarda di Bingen: «Se uno è triste, la santoreggia lo rallegrerà»

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Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 27/07/20

Accanto agli insegnamenti spirituali, Ildegarda di Bingen, religiosa benedettina tedesca del XII secolo, dottore della Chiesa, ha redatto opere di medicina e di botanica ispirate dalle sue visioni.

Tra le erbe medicinali, la Santoreggia spicca per numerose virtù. Secondo santa Ildegarda,

chi ha il cuore indebolito e lo stomaco malato deve mangiare spesso questa pianta senza farla cuocere, e le forze gli torneranno. Chi è triste, la santoreggia lo renderà gioioso.

Un rimedio per calmare il mal di pancia

La Santoreggia, che si trova abbondante sui cigli dei sentieri mediterranei, è nota pure come Erba di san Giuliano. Ricca di antiossidanti e di minerali come il ferro, il calcio o il magnesio, la Santoreggia possiede numerose virtù medicinali.

Questa erba dà sollievo in particolare al mal di pancia, calma gli spasmi digestivi e permette di equilibrare la flora intestinale in caso si stiano assumendo antibiotici o siano in corso delle gastroenteriti.

Efficace contro stress e fatica

La Santoreggia è poi un eccellente antisettico. In caso di influenza o di mal di gola, se ne raccomanda l’uso in forma di infuso o mediante gargarismi. Essa è poi rimedio efficace contro lo stress e la fatica. Eccellente per ritrovare la forma, sia fisica sia intellettuale.

In cucina, la Santoreggia è una delle “erbe di Provenza”, accanto al timo, al rosmarino e alla maggiorana. Tradizionalmente la si usa nella cottura dei fagioli, delle fave e degli altri legumi secchi. Dà un profumo assai delicato al formaggio di capra fresco.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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