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Scala il muro dell’ospedale per vedere la madre morire di Covid-19

PALESTINA
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Jesús V. Picón - pubblicato il 21/07/20
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Un giovane palestinese il cui gesto riempie tutti gli occhi di lacrime e fa venire voglia di pregare con luiIl coronavirus sta offrendo storie toccanti, che lacerano il cuore. Questo virus sta cambiando il mondo e i rapporti umani, non permettendoci di congedarci dai nostri cari come vorremmo quando muoiono.

Non possiamo stare vicino ai malati, non possiamo avere contatti fisici per accompagnarli nella loro agonia e nel dolore. Il giovane palestinese della fotografia, Jihad Al-Suwaiti, ha dimostrato che l’amore per la madre è così speciale e potente che non gli è importata l’altezza della stanza in cui era confinata.

Il giovane ha scalato la parete dell’ospedale per accompagnarla tutte le sere; si sedeva lì e la guardava. Cosa le diceva da fuori la finestra? Lo sanno solo lui e Dio. Veder morire la propria madre è vedere come si spegne lentamente una candela, come si consuma la sua luce.

Ho sempre detto che se venisse a mancare mia madre impazzirei, e il mio dolore sarebbe immenso. Tutti i giorni, quando parlo con mia madre, mi dice di essere forte e di prepararmi, che ho una missione da compiere qui, perché le dico che andrei con lei. Prego il cielo che mi dia la forza quando arriverà quel momento.

Mi ha commosso questo giovane palestinese, Jihad Al-Suwaiti. Forse non avrei fatto lo stesso, salendo sulla finestra. Il solo fatto di poter accarezzare e baciare da una finestra la propria madre fa riflettere.

Quanti di noi hanno padre e madre e sono impazienti con loro, rispondono male, tardano a vederli, abbracciarli e baciarli!

Quanto è grande il dolore di questo giovane che poteva accarezzare solo il vetro freddo della finestra! Quanto era grande il dolore della madre nella sua agonia, senza sapere che il figlio la guardava e la accompagnava da fuori la finestra della sua stanza!

Mi si riempiono gli occhi di lacrime. Oggi mia madre vive lontano, in un’altra città, con mio papà. Forse sono un po’ imprudente, ma infrangerò l’isolamento e li cercherò oggi stesso; proverò ad andare a inginocchiarmi davanti a loro e a baciare le loro mani, rispettando tutte le precauzioni per non metterli in pericolo. E se non sarà possibile cercherò di chiamarli, o di vederli in qualche modo.

Non voglio dover aspettare che il vetro di una finestra mi separerà da mia madre e da mio padre, perché Dio perdona sempre, ma il Covid-19 non perdona, né ha misericordia.

Con informazioni di OK Diario. Storia e racconti ispirati all’account Twitter di @mhdksafa Mohamad Safa CEO. Diplomatico. Rappresentante permanente presso le Nazioni Unite. Attivista per i diritti umani.