Un passo verso la santità per un ragazzo di 14 anni morto di tumore. Il Papa ha autorizzato la Congregazione per le cause dei santi ad emettere il decreto sulle «virtù eroiche» di Angiolino Bonetta nato a Cigole (Brescia) il 18 settembre 1948 e morto il 22 gennaio 1963 a causa di un tumore che lo aveva colpito quando era dodicenne. La causa di postulazione fu avviata nel 1999 dal vescovo ausiliare mons. Olmi.
Sempre presente a messa da quando aveva cinque anni, Angiolino – nonostante la giovane età – già nel 1960 si era dedicato alla trasmissione della fede ai coetanei in particolare con il gruppo del Cvs, il Centro Volontari della Sofferenza. Ragazzo vivace, estroverso, carismatico, ne convertì diversi, che si avvicinarono alla Chiesa con un ritrovato fervore.
Il tumore
Ad Angiolino, che era figlio di una modesta famiglia di operai, a 12 anni viene diagnosticato un sarcoma osseo: i medici sono costretti ad amputargli una gamba.
Ha solo 12 anni, ma si comporta come un piccolo eroe. Chi gli è vicino comprende dove Angiolino attinge tanta luce e forza. Aveva letto la storia dei bambini di Fatima, che nel 1917 avevano visto la Madonna e che, per suo invito, offrivano le loro preghiere e i loro sacrifici per la conversione dei peccatori. Angiolino vuole imitare quei bambini e prega. “Signore, io ti ho offerto tutto per i peccatori, ma tu adesso aiutami“.
In sala operatoria
Mentre viene trasferito in sala operatoria, una suora – raccontano le testimonianze raccolte dal Cvs – gli chiede: «Angiolino, hai pensato a chi offrire la tua sofferenza?». «Sì – risponde il ragazzino – ho già offerto tutto a Gesù per la conversione dei peccatori» (Brescia Oggi, 12 luglio).
La mattina dopo l’intervento, offre un mazzo di rose rosse al chirurgo che lo ha operato: «Queste sono per lei – gli dice con un sorriso – in ringraziamento di quanto ha fatto per me». Trascorre i giorni in ospedale, pregando e facendo del bene agli ammalati. Proprio in quei giorni conosce il “Centro diocesano Volontari della sofferenza” e capisce che un malato deve offrire i suoi dolori a Dio, per il bene degli altri, con gioia e coraggio.
La conversione del protestante
Subito dopo l’amputazione, una suora gli chiede di pregare per un protestante, molto grave, che l’indomani deve essere operato. Angiolino, per ottenere la conversione di quell’uomo, appena sono spente le luci della camera, scende dal letto, e passa la notte sul pavimento, in preghiera. Il protestante si converte e muore nella fede cattolica, dopo aver ricevuto tutti i sacramenti.
«Questo tragico evento (l’operazione ndr) – ricordava il vice postulatore don Pietro Bonfadini – segnò per Angiolino l’inizio di una rapida e prodigiosa trasformazione interiore» (Giornale di Brescia, 12 luglio).
Nella malattia Angiolino scopre la bellezza della preghiera e impara a ricorrere alla Madonna con il Rosario. Si attacca alla corona, prega e fa pregare. Sarà così fino al 22 gennaio 1963, quando volerà in cielo dopo una lunga agonia.
Carlo Acutis
Non è la prima volta che Papa Francesco riconosce la santità dei giovanissimi. Tra le decisioni più recenti quella di febbraio di quest’anno con la quale ha dato il via alla beatificazione di Carlo Acutis, che verrà celebrata ad Assisi il 10 ottobre, morto a 15 anni per una leucemia e considerato già il patrono del web, visto che utilizzava Internet per parlare di Dio ai coetanei (Ansa, 12 luglio).