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Ami Gesù? Allora ami anche la religione

fidèles dans une église

NaughtyNut - Shutterstock

Tom Hoopes - pubblicato il 14/07/20

Non c'è società senza religione. Credere nel soprannaturale, in un mondo spirituale, è una caratteristica umana fondamentale

“Odiare la religione e amare Gesù è un’eresia alla ricerca di un nome”, ha twittato di recente il missionario @SteveMissionary.

Qualsiasi genitore cattolico che difende la Chiesa lo sa.

Respingere la religione è oggi più popolare che mai. Le generazioni più giovani mostrano il proprio disagio nei confronti della religione, frequentando di meno la chiesa.

I miei figli amano Lauren Daigle, il cui album più recente include il brano Losing My Religion, in cui dice a Dio: “Sto perdendo la mia religione – per trovare Te!” La canzone è una versione più dolce del violento rap di Jefferey Bethke Why I Hate Religion, But Love Jesus, diventato virale su YouTube otto anni fa, ha aiutato a ispirare una copertina di Newsweek e ha espresso un pensiero che sta tornando.

In primo luogo è del tutto comprensibile il fatto che le persone amino Gesù ma non la Chiesa. Fa parte del fascino della serie The Chosen. C’è una sensazione di dolce libertà nell’assistere ai fratelli e alle sorelle che ridono del Dio-uomo.

Sostenere questo di fronte ai problemi che abbiamo visto di recente nella Chiesa può far sì che “andare in chiesa” sembri esagerato e poco attraente, ma è una falsa dicotomia. Non affrontiamo una scelta tra una semplice e libera sequela di Gesù da un lato e una fantasiosa falsa religiosità dall’altro. Quella che abbiamo di fronte è una scelta tra seguire il Gesù dei Vangeli o quello della nostra immaginazione. Perché Gesù odiava la falsa religiosità e ha abbracciato la religione autentica.

È stato estremamente critico nei confronti dei farisei circa gli aspetti esteriori della religione, culminando con le parole contundenti di Matteo 23. Gesù ha anche visto il potere della religione di rinnovarci internamente: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento”, ha detto.

Ha quindi dato un nuovo nome a Simone dicendo: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Dopo la sua resurrezione, è andato dagli apostoli per istituire il sacramento della Penitenza. Quando ci dà dei consigli su come ammonire i peccatori dice: “Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano”.

Se quindi siete un cristiano che crede nella Bibbia, non ha senso amare Gesù senza la Chiesa. Perché Gesù ama la religione autentica? Perché da un lato questo ci mantiene responsabili, impegnati.

Non dimenticherò ciò che ho sentito dire da un sacerdote britannico, che si era ricordato di una conversazione che aveva avuto con un uomo che sosteneva di poter lodare e adorare Dio molto meglio nella natura che in una chiesa.

“Forse ci riuscirai”, ha detto il sacerdote, “ma dovresti farlo?”

Probabilmente no. Siamo stati creati per la comunità. Siamo stati fatti per condividere la nostra vita con altre persone. Siamo stati creati per non perderci e per trovarci in qualcosa di meglio di noi stessi.

Che ci piaccia o meno, abbiamo un forte impulso religioso. Chesterton ha detto che chi rifiuta Dio è “capace di credere in qualsiasi cosa”. Le nuove generazioni sono occupate a provare che aveva ragione.

“Perché i millennials amano tanto l’astrologia?”, chiede il sito The Atlantic. La MTV ha reso noto che un terzo della Generazione Z sceglie con chi fidanzarsi sulla base dell’astrologia. Quest’ultima è antica, arcaica, inconsistente e perfino pericolosa, ma è anche “una tendenza del XXI secolo”.

Molte religioni si formano a partire dai nostri impulsi migliori. I tribunali britannici hanno definito il veganesimo come un sistema di credenze filosofiche con molto in comune con la religione, e hanno ragione. Il motto vegano “Tutto ciò che mangi è una scelta morale” suona come il Levitico. Il Catechismo avverte che perfino l’esercizio fisico può diventare un “culto religioso nei confronti del corpo”.

La questione, in sostanza, non è il fatto di avere o meno una religione, ma quale religione avere.

L’antropologo Peter Peregrine ha detto al sito PBS che “non ci sono società senza religione. Credere nel soprannaturale in un mondo spirituale è una caratteristica umana fondamentale. Fa parte della condizione umana”.

Dico ai miei figli che avranno una religione, che piaccia loro o meno, e allora è meglio abbracciare il cattolicesimo. Sarà meno strano quando incontreranno Gesù.

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