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Immobile a letto per 60 anni. Riceve un esorcismo. Ora è beata

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 13/07/20

Papa Francesco ha firmato il decreto per la beatificazione della laica calabrese Mariantonia Samà. Per sua intercessione è avvenuta la guarigione di una donna affetta da una malattia alle ossa, come quella di cui ha sofferto lei per tutta la vita

Per sessant’anni ha vissuto nel letto, immobile, in posizione supina e con le ginocchia alzate, a causa di una grave malattia delle ossa. Un calvario, che però le ha consentito di abbracciare il Signore e morire in odore di Santità.

L’11 luglio Papa Francesco ha firmato il decreto per la beatificazione di Mariantonia Samà, laica calabrese, nata il 2 marzo 1875 a Sant’Andrea Jonio, in provincia di Catanzaro.

Mariantonia nasce orfana, perché il papà muore pochi giorni dopo il suo concepimento. E’ battezzata in casa dalla levatrice, perché si teme per la sua sopravvivenza, data la gravidanza difficile vissuta dalla madre. Vive miseramente “tirando a campare” come la più normale e docile ragazza povera del suo tempo.

I primi sintomi

È verso gli 11 anni che cominciano a manifestarsi in lei stranezze comportamentali che hanno del preoccupante: rimane contratta e immobile per quasi un mese, articola parole senza senso, si contorce, bestemmia e non prende cibo se non dopo la mezzanotte. Per la gente del paese è indemoniata e tutto si ricollega all’acqua, certamente contaminata, che ha bevuto a una pozzanghera, mentre con la mamma sta tornando dai campi.

Il blocco delle ginocchia

Subisce anche un esorcismo dai certosini di Serra San Bruno, attraverso il quale, il demonio avrebbe abbandonato il suo corpo, lasciandola tuttavia con la paralisi delle ginocchia, che restano alzate.

Costretta a letto in questa scomodissima posizione, Mariantonia vive tutto con fede e invita quelli che vengono a visitarla ad avere sempre fiducia in Dio, in ogni situazione.

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Sostentamento e igiene

È totalmente immobile, «coricata sulla schiena, con le gambe rattrappite e le ginocchia levate in alto come una montagnola»; le dita riescono appena a sgranare il rosario: in questa posizione resterà ininterrottamente per sessant’anni.

Per il suo sostentamento e per la sua igiene deve dipendere in tutto dagli altri: a provvedere alle sue necessità, dopo la morte di mamma, si prestano le suore del paese, infine alcune donne caritatevoli.

“La monachella di San Bruno”

Nel 1915 emette i voti privati di speciale consacrazione a Dio, coprendosi il capo con il velo nero. La gente del paese la chiama “la monachella di San Bruno”: viene da lei a chiedere consigli e preghiere, viene per trovare pace e serenità. Con lei si prega tre volte al giorno il Rosario. Muore a 78 anni, il 27 maggio 1953 (Calabria7.it, 11 luglio).

La guarigione miracolosa

Per la sua beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame della Congregazione l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una signora da una grave forma degenerativa di artrosi alle ginocchia (“gonartrosi bilaterale con sintomatologia algico-funzionale”) che provocava dolori insopportabili alle ginocchia.

L’evento è accaduto nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 2004 a Genova quando, in preda ai forti dolori, la signora inizia a supplicare la Venerabile Serva di Dio che aveva conosciuto in giovane età.

Dopo l’invocazione si addormenta e al mattino seguente, nell’alzarsi, constata che erano spariti i dolori e che poteva riprendere tutte le sue attività (Gazzetta del Sud Catanzaro, 11 luglio).

“Un capitale unico”

«La figura esemplare di Mariantonia Samà è per la Chiesa un capitale unico, una proposta credibile di evangelizzazione sul dono della vita e sul mistero della sofferenza, mentre per la società di oggi è un forte richiamo a vivere le molteplici condizioni di povertà e di dolore all’insegna della vicinanza solidale, strumento straordinario per la costruzione della pace tra i popoli», ha commentato monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, la diocesi di provenienza di Mariantonia (Agensir, 13 luglio).

Preghiera a Mariantonia

Santissima Trinità, Ti adoriamo e Ti ringraziamo

per averci dato la tua serva fedele Maria Antonia Samà,

sorella nella fede e sublime esempio di vita e di virtù cristiane.

Attraverso lei, hai riproposto la partecipazione

alla croce di Gesù come l’unica pedagogia che,

con la forza dello Spirito, redime, salva e vivifica.

Crocifissa su un povero giaciglio completò, amò e visse con gioia

nella sua carne i patimenti della croce di Cristo,

suo sposo, a favore della Chiesa.

In lei hai operato meraviglie, chiamandola ad essere, in Gesù,

vittima di amore per l’umanità sofferente.

Sul suo esempio, fa che anche noi ci spendiamo totalmente per il bene dei fratelli.

Concedici, per sua intercessione,

secondo la tua volontà, la grazia che imploriamo…,

e fa che presto sia annoverata nel numero dei tuoi santi.

Amen.

3 Gloria al Padre….


CARLO ACUTIS

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