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Per vivere la fede cattolica c’è bisogno della comunità?

Young Praying

© Philippe Lissac / GODONG

Juan Ávila Estrada - pubblicato il 12/07/20

La Chiesa non è una massa, ma una comunità formata da persone identificabili, che hanno vissuto l'esperienza dell'intimità con Gesù

Confessare la fede non è una questione meramente razionale. Rimanere in piedi ogni domenica a Messa e recitare il Credo quasi meccanicamente non ci rende davvero persone di fede, e men che meno cristiani.

Il Credo è solo il riassunto delle verità rivelate contenute nel Vangelo e trasmesse per mezzo degli apostoli. L’adesione alla fede si verifica non solo attraverso il consenso della ragione, ma anche mediante la possibilità esistenziale di riverire con la nostra volontà ciò che Dio ci chiede.

La fede di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè e Maria, tra gli altri, li ha portato soprattutto a una risposta efficace, che ha permesso loro un’azione positiva riguardo al volere di Dio.

Abramo, anziano, ha camminato verso la terra promessa, credendo nella promessa di Dio; Mosè è andato in Egitto per riscattare il popolo oppresso; Maria ha detto il suo “Fiat” all’angelo del Signore. Queste persone hanno agito, mosse dalla fede.

La fede è un’azione, e non la semplice passività di accettare ciò che ci viene detto e di riverire i dogmi rivelati da Dio. “Custodisci nella mente e nel cuore”, ci ricorda il Libro del Deuteronomio, ovvero nel raziocinio, ma anche nella volontà, che implica l’impegno.

Una fede puramente razionale comporta un altro pericolo: la sua confessione massificata. “Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?”, chiede il sacerdote nella celebrazione sacramentale. “Credo”, rispondiamo.

Questo “Credo”, che potrebbe esprimere il sentire della Chiesa, può anche camuffare tutti coloro che, senza essere realmente cristiani cattolici, si lasciano trascinare da una risposta richiesta dal rito.

Non esiste la fede “in massa”. Gesù non si è mai relazionato con le masse, ma con persone concrete che facevano parte di una comunità.

Ciascuno di noi ha un nome proprio che Gesù conosce, lettera per lettera, e quando si rivolge a noi lo fa in modo specifcio.

Le masse sono in genere emotive e manipolabili, e possono quindi cambiare facilmente. La stessa massa che ha proclamato Gesù come “Benedetto di Dio, figlio di Davide” la Domenica delle Palme ha poi gridato “Crocifiggilo!” qualche giorno dopo, quando lo stavano giudicando.

Come passare da un comportamento all’altro in così poco tempo? Non è stato dovuto alla delusione nei confronti della persona di Gesù, ma alla facilità con cui la gente può cambiare atteggiamento in mezzo a una massa che grida e si agita. Le masse, in genere, trascinano chi non sa ciò che vuole.

La fede è essenziale, ma ha bisogno dell’adesione personale. Non possiamo vivere della fede dei nostri nonni o dei nostri genitori; serve una confessione personale e l’accettazione della persona di Gesù, in modo libero e consapevole.

La fede esige la risposta e il “Sì” di ciascuno di noi di fronte a Dio. La fede delle masse vive di supposizioni, ed è per questo che si tende a includere nel gruppo chi sembra essere ma non è realmente. Di fatto, Giuda Iscariota sembrava seguire Gesù, ma alla fine ha mostrato che il suo cuore non era con Lui.

La grazia ricevuta nel Battesimo ha bisogno di essere costantemente rinnovata attraverso gli altri sacramenti, soprattutto la Confessione e l’Eucaristia. Ciò permette di compiere il salto dalla ragione che accetta alla volontà che esegue.

In questo modo, la Chiesa smetterà di essere una massa enorme e diventerà una comunità formata da persone identificabili, che hanno vissuto l’esperienza dell’intimità con Gesù e non lo concepiscono come un semplice legislatore, ma come qualcuno che è capace di generare un nuovo modo di essere, di agire, di vivere. La fede esige non solo un’identità, ma anche un comportamento. Non possiamo solo sembrare – dobbiamo essere.

La fede della Chiesa è la fede di Pietro, che ha confessato Gesù come il Messia, il Figlio del Dio vivo. Questa confessione lo ha portato a dare la vita per Gesù. È questa la fede che convince, che inquieta e trascina gli altri.

L’odio che molti nutrono nei confronti dei cattolici deriva forse dal fatto che ci vedono solo come emissari di divieti e imbrigliatori dei desideri umani. Gesù è un’esperienza di vita, è una notizia. Gesù è la Buona Novella.

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