Anche se solo con poche parole a settimana (o al giorno), il sacerdote ha la possibilità di sostenere le anime... e il livello di attenzione
Forse il modo migliore di collegarsi con molti parrocchiani in una volta sola, le omelie permettono al sacerdote o al diacono di condividere con il proprio gregge i frutti dei suggerimenti dello Spirito nella propria preghiera con la Parola di Dio e la tradizione bimillenaria della Chiesa. La stesura di un’omelia efficace non è ovviamente un compito semplice.
Nel tentativo di aiutare il clero in questo campo, la Congregazione vaticana per il Culto Divino ha diffuso nel 2015 un Direttorio Omiletico.
Nel 2018, Papa Francesco ha esortato il clero ad essere breve, senza “andare oltre i 10 minuti”, ma ha anche riconosciuto che i parrocchiani “devono fare la loro parte”: “Quante volte noi vediamo che nell’omelia alcuni si addormentano, altri chiacchierano o escono fuori a fumare una sigaretta…”
Considerazioni sulla lunghezza
Secondo padre Anthony Kadavil, 12 minuti è la lunghezza ideale di un’omelia domenicale, tra i 3 e i 5 quella delle Messe dei giorni feriali. “Si spinge però agli otto minuti per l’omelia domenicale, saltando quella dei giorni feriali”, ha affermato.
Padre Kadavil, anche se ora si è ritirato dal suo incarico di parroco della chiesa di San Giovanni Battista nell’arcidiocesi di Mobile, Alabama (Stati Uniti), è più attivo che mai a livello di omelie, traendo ispirazione dal fatto di “leggere o sentire grandi omileti, e ascoltare i parrocchiani e i loro problemi”.
Per ulteriori suggerimenti, il sacerdote si rivolge a varie risorse online, commenti selezionati della Bibbia e libri di padre Mark Link, SJ, e del teologo scozzese William Barclay.
Rendendosi conto che è naturale per i parrocchiani distrarsi, padre Kadavil sostiene l’utilizzo di storie e scherzi per aiutare a tener vivo l’interesse di chi lo ascolta. “La gente dimentica le dottrine, ma ricorda gli aneddoti”.
Quanto alla percentuale delle sue omelie che hanno avuto un impatto sui suoi ascoltatori, padre Kadavil dice che “lo sa solo Dio”.
Conoscere il gregge
Il diacono Paul Schwerdt, che ha servito come diacono per 26 anni, non ricorda più quante omelie ha pronunciato, ma pensa che siano più di 500. Basandosi sulle risposte ottenute dai parrocchiani dopo le celebrazioni, pensa che circa l’80% di loro abbia “raggiunto l’obiettivo”.
Schwerdt, che serve nella parrocchia di San Junipero Serra a Lancaster, in California, ammette di ricordare un’omelia che ha pronunciato e non è riuscita affatto a suscitare l’interesse del suo pubblico. “Il servizio era bilingue, e quindi ho predicato prima in spagnolo e poi in inglese. Non ricordo l’argomnto, ma avevo molto da dire… Quando ho iniziato a predicare in inglese il linguaggio corporeo era evidente, e una delle signore che mi conosceva bene mi ha detto poi che ero stato troppo prolisso”.
Nella formazione al diaconato, a Schwerdt è stato insegnato che l’omelia deve durare tra i cinque e i sette minuti, ma ammette: “Ultimamente ho parlato fino a 12 minuti, soprattutto se sono carico e mi rendo conto di aver catturato l’attenzione del pubblico”. Avere un testo stampato a portata di mano lo aiuta. “E se mi capita di divagare, mi rendo conto del linguaggio corporeo della congregazione”.