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Cos’è l’odore di santità?

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Aleteia - pubblicato il 10/07/20

La Chiesa si chiede sempre se certi fatti possono essere stati provocati da cause naturali: il luogo di residenza o il tumulo del defunto contenevano odori notevoli? Composti aromatici (come quelli della tradizione ebraica), una discreta imbalsamazione o l'aspersione a distanza di profumi non possono spiegare la cosa?

L’odore di santità è un odore gradevole che può emanare da persone (vive o defunte), reliquie o oggetti religiosi e la cui origine è sconosciuta – un fatto che per i cristiani è considerato miracoloso.

La Chiesa lo considera molte volte un segno di santità. Al di là della morte, c’è il “buon odore di Cristo”.

Miracoloso

L’odore di santità è un odore gradevole che emana da alcuni cadaveri e della cui origine non si sa nulla. La questione è sempre stata considerata dai cristiani una sorta di miracolo.

Si tratta di un profumo (o fragranza, dal latino fragrantia e dal verbo fragrere, sentire) di una dolcezza eccezionale, percepibile dall’olfatto ma di origine sconosciuta per la scienza.

In generale, il profumo viene percepito in prossimità di un essere umano (vivo o più spesso defunto), delle reliquie o perfino di un oggetto liturgico o un dipinto religioso (icona). Sono stati osservati anche casi di alcune stigmate profumate, come nel caso di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe e Padre Pio.

Profumo

Lo spettro delle fragranze è ampio, e le essenze registrate negli annali della mistica si contano a centinaia. L’aroma di rose spicca tra tutti, evocando la presenza della Madonna. La durata dei fenomeni varia da alcuni minuti ad anni, in certi casi secoli.

È propriamente un miracolo, perché da un lato non si è ancora arrivati ad alcuna spiegazione naturale, dall’altro la Chiesa discerne nell’odore di santità il segno e l’anticipazione di ciò che la carne è chiamata a diventare nel Regno di Dio: risorta ed eterna, ben al di là della corruzione.

Vincolo

Questo legame tra profumo e santità ha una base biblica: il Cantico dei Cantici evoca la figura dell’amata (o la “sposa”, ovvero la Chiesa che verrà) come giardino pieno di dolci profumi (4, 14).

Il Medioevo evoca profumi e odore di santità. Il paradiso viene descritto in termini di dolcezza profumata. Onorio di Autun (Honorius Augustodunensis, 1120) descrive questi profumi straordinari (Elucidarium, PL 172, col. 172). Pier Damiani (+ 1072), consigliere dei Papi e uno degli autori della riforma gregoriana, attribuisce ai profumi straordinari la funzione di annunciare gioie celesti (PL 145, col. 861).

Segno

La Chiesa concepisce questo fenomeno come un segno di santità, riflesso del carattere eroico delle virtù di un fedele, ma resta prudente e cerca sempre di conoscerne la provenienza.

Dalla fine del II secolo e l’inizio del III, i cristiani, costretti a vivere nella clandestinità e a onorare i propri martiri in segreto, cominciarono a collegare profumi meravigliosi alla santità. Il racconto del funerale del martire Policarpo di Smirne (+ 155) stabiliva già questa associazione.

La Chiesa riconosce la mano di Dio in queste fragranze inspiegabili, concependole come un segno positivo del carattere eroico delle virtù di un fedele.

Un credente il cui corpo esala un profumo anormale (prima o dopo la morte) è chiamato “santo miroblita” (da greco antico myron, “olio profumato”).

500 casi registrati

Nel corso dei secoli sono stati identificati circa 500 casi, tra cui quelli di santi e sante molto noti: Rosa da Lima, Teresa d’Avila, Padre Pio…

Si tratta sicuramente di un segno e non di una prova scientifica. La santità, concetto teologico e spirituale, non può essere dimostrata.

Le autorità ecclesiastiche prestano più attenzione quando c’è convergenza (e coerenza) dei fenomeni: odore di santità, incorruttibilità del corpo, elasticità dei tessuti molto tempo dopo la morte, essudazione di liquidi balsamici di origine sconosciuta (ad esempio San Charbel Makhlouf), apparizioni autentiche della Madonna (come nel santuario di Nostra Signora di Laus, riconosciuto il 4 maggio 2008 da monsignor Di Falco e luogo in cui si verificano profumi inspiegabili dal XVII secolo).

Prudenza

La Chiesa si mantiene sempre prudente in questo campo.

Sorge però la domanda: la presenza di composti aromatici e di un’eventuale imbalsamazione non potrebbero spiegare i profumi straordinari? Nei casi contemporanei, non si prende più in considerazione l’uso di composti aromatici e altri prodotti tipici dell’imbalsamazione tradizionale.

Dall’altro lato, le risorse della Medicina e della Tanatologia (studi scientifici sulla morte, le sue cause e i suoi effetti) vengono messe al servizio dei ricercatori ecclesiastici nell’ambito dei processi di beatificazione e canonizzazione.

Cristo

Ben al di là della morte c’è il “buon odore di Cristo”.

Il Nuovo Testamento e i cristiani riconoscono il potere di Dio di risuscitare i morti. La Resurrezione di Gesù è di per sé la base della fede. Non si tratta solo di una rinascita o della rianimazione di un cadavere, ma di una trasformazione, di un’elevazione nell’ordine dell’essere.

Cristo ha risuscitato varie volte delle persone intorno a lui, persone effettivamente morte, come Lazzaro di Betania, sepolto quattro giorni prima (cfr. Gv 11, 17). Marta, sorella del defunto, dice a Gesù, quando Questi chiede che venga tirata via la pietra che chiudeva il sepolcro, “Manda già cattivo odore” (Gv 11, 39). Gesù, però, risuscita il suo amico Lazzaro contro tutte le leggi naturali.

Non è l’unico esempio di resurrezione realizzata da Cristo (cfr. Lc 7, 11-17), e poi da suoi apostoli (cfr. At 10, 36-43) e dai santi. L’espressione “odore di santità” ha quindi origine nella realtà di un miracolo e nella qualità spirituale eccezionale di un fedele (la sua santità).

Chiesa

La Chiesa si chiede sempre se certi fatti possono essere stati provocati da cause naturali: il luogo di residenza o il tumulo del defunto contenevano odori notevoli? Composti aromatici (come quelli della tradizione ebraica), una discreta imbalsamazione o l’aspersione a distanza di profumi non possono spiegare la cosa?

La Chiesa vuole continuare a riflettere sul tema, perché si tratta di confermare se il “buon odore di Cristo” (cfr. 2 Cor 2, 15) si manifesta anche quaggiù – quel corpo di Gesù che è quello “dal profumo più gradevole tra tutto ciò che nell’universo esala profumi” (Rimbertino, Liber de deliciis sensibilibus paradisi, Venezia, 1498).

“Odore di santità” è quindi un’espressione eloquente e concreta: profumi inspiegabili, di una fonte sconosciuta, si riferiscono al “buon odore” di corpi santi e reliquie autentiche.

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