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C’è più gioia nel lasciarsi spogliare per amore che nel ricevere

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Clarisse Gerusalemme

Suor Maria della Trinità

Paola Belletti - pubblicato il 09/07/20

Nelle parole che Gesù rivolse a Suor Maria della Trinità si legge la mappa del Tesoro: il segreto è sempre la follia della croce.

Quello che provo spesso al termine delle giornate non è sana stanchezza per aver dato fondo alle mie energie fisiche e spirituali. E’ a volte, e con sommo mio dispiacere, un senso di disgregazione, di dispersione e disorientamento.




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Certo, dipende dalle tante necessità che senza che io possa farvi molto mi si affollano intorno perché porto il titolo di “mamma” e allora “mamma mi serve questo, mamma il quadernino del gruppo ADO dov’è? Mamma -scusa ora ti aiuto -ma prima mi dici dove sono i miei pantaloncini preferiti?”.

Dipende dalla tentazione continua di fare tutto, quasi contemporaneamente, al diavolo il multitasking. Lo si vede da quante schede tengo aperte sul pc. Quella di project management interno, quella della piattaforma, quella con le ricerche sui contenuti trending topic; quella con la posta personale e quella della redazione; quella con gli orari del pediatra ché devo sentirlo per chiedergli ragguagli sul decorso dell’otite di Isa. Whatsapp per il web, hangout, facebook, instagram, twitter. E quella dello shop on line (ci prendo più spesso i pannolini per il piccolo che qualsiasi altra cosa); e ad ogni scheda corrisponde un binario con treni in transito carichi di cosedafareedadecideresubito.

Ciò che desidero, invece, è la stanchezza sincera, quella di quando ci si svuota davvero e ci si ritrova un po’ di più se stessi. E fino a qua potrebbe cavarsela qualunque terapeuta o life coach che non sia un ciarlatano.

Ma in fondo al cuore, io credo che sia così per tutti a volte, lo sentiamo che c’è dell’altro, che siamo come attratti dall’amore folle, totale, e dal sacrificio che esso comporta. Da una vita da bruciare in un amore che dà senza pretendere nulla indietro. Pur sapendo che siamo un bel gomitolo di passioni, egoismo e vanità. E non è mania, non è psicosi, non è cupio dissolvi. E’ una matrice profonda impressa nelle pareti nascoste del cuore.

Tra le tante cose che faccio in un tempo ridotto a coriandoli c’è la lettura di un tesoro spirituale di cui già vi ho parlato e che amo sempre di più: Il Colloquio interiore di Suor Maria della Trinità, clarissa di Gerusalemme, morta il 25 giugno del 1942. Sono quasi alla fine delle sue pagine di diario e quindi della sua breve vita, percorsa come una pianura deserta da un fiume sotterraneo, la voce di Gesù.


VIRGIN MARY

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Ascoltandolo rivolgersi a lei sentiamo contemporaneamente la preferenza esclusiva per quella creatura particolare e la familiarità con le parole che ogni tanto ci pare di sentire nel fondo di noi stessi, quando il silenzio riesce a farsi largo. E lo diciamo con un tuffo al cuore: quel timbro di voce, quel modo di parlare lo riconosco. E’ Lui!

A pagina 259 Gesù ci mostra, di nuovo, il documento della Sua identità divina e ci spiega con pazienza come si agisce davvero nel mondo, dopo averci mostrato da quali forze ostili siamo attraversati senza nemmeno rendercene conto.

485. E’ dolcemente, impercettibilmente, che il mio Spirito si diffonde, senza alcun rumore. Ha una dolcezza e una forza irresistibili come il sole…Quando il sole invade la terra, chi potrebbe resistergli? E anima tutto. E’ quando voi tacete che il mio Spirito può agire: voi gli fate posto. 486. Vi è in ciascuno di voi un orgoglio tenace, nel più profondo di voi stessi, a vostra insaputa. Quando due orgogli si incontrano, è una dichiarazione di guerra nelle vostre povere anime: rovine e distruzioni! E’ quanto ti è successo per il ricamo che avreste dovuto fare assieme, in buon accordo. Quando devi intenderti con le tue Sorelle, mettimi sempre tra voi, altrimenti vi sarà uno scontro di orgogli umani.

Senza mettere in mezzo Cristo in persona nemmeno una cosa apparentemente innocua e insignificante come un ricamo siamo in grado di compiere pacificamente. E si sta rivolgendo all’anima di una consacrata. Immaginiamo noi, nel mondo, come siamo ancora più immersi in questi grovigli. Mettere in mezzo il Signore, in ogni cosa, anche la più piccola, serve a diffondere la pace, a soffocare le guerre, persino intorno ad un lavoro di cucito fatto da piccole suore nascoste in un remoto convento.

Tu hai molto orgoglio, assai più di quanto non te ne possa rendere conto. Io ti indico come rimedio questa preghiera che tanto mi piace esaudire: “Gesù, dolce e umile di cuore, rendete il mio cuore simile al vostro”. Dilla senza stancarti, fin dal tuo risveglio; per preservarti e per riparare gli errori che il tuo orgoglio ha provocato.

E infine, dopo che si sono scongiurate le piccole scaramucce come le guerre atomiche, avendole sconfitte al loro sorgere nei cuori degli uomini, ecco che orizzonte ci si apre. L’amore vero, il dono di sé. Ma Cristo ha il Suo sacrificio come modello, quello della follia della croce, della spoliazione totale dell’amore impossibile da ricambiare. E così ci invita a fare il miglio in più per arrivare al traguardo della gioia.

Sì, vi è più gioia nel dare che nel ricevere. Ma sai tu che si prova più gioia a lasciarsi spogliare per amore che a ricevere? E più gioia a riparare che a fare un bene supplementare?

E’ l’amore vicario, il sacrificio fatto a nome di chi non è più abilitato a compierlo perché tenuto sotto assedio dal peccato.

 L’anima che ripara mi dà due gioie: ristabilisce l’ordine, e soprattutto cancella dal mio cuore la pena che mi è stata causata dall’anima infedele, perché, riparando, provoca il pentimento – e nulla mi consola quanto un’anima che si pente. Essa diviene la mia beniamina…”.

Spero che anche per voi queste parole siano sorsate di acqua limpida e fresca capaci di reintegrare tutto ciò che avete disperso, come me, in preoccupazioni, occupazioni e frenesie.

Male che vada abbiamo imparato una preghiera che possiamo ripetere con sicuro beneficio, altro che mantra.

Gesù, dolce e umile di cuore, rendete il mio cuore simile al vostro.

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