Come discepoli di Cristo siamo mandati da Lui a portare l’annuncio del Suo regno, nella libertà, senza pretesa di convincere nessuno e con la stessa gratuità che il Signore usa con noi. Il cristiano ama gratis!
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture,
né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi».
Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi.
In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città». (Matteo 10,7-15)
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture,
né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi».
Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi.
In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città». (Matteo 10,7-15)
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. La gratuità è la vera cifra del cristianesimo. Essa consiste nel dono che non cerca contraccambio, nello sforzo che non cerca risultati. L’amore cristiano è solo amore in uscita, senza nessun altro scopo. A noi Gesù chiede solo di amare, non di convincere gli altri o di portarli per forza dalla nostra parte. L’amore cristiano per sua natura deve essere totale e disinteressato. Ma forse è proprio qui che facciamo più fatica, perché se da una parte siamo disposti a mettere tutto noi stessi nell’amore, dall’altra è inevitabile coltivare l’intima speranza che quell’amore sia utile, che porti frutto, che ottenga qualcosa. E quando ci accorgiamo che non ottiene nulla, rimaniamo disarmati e delusi per la sua inutilità. Ma l’amore cristiano anche quando è inutile è prezioso perché assomiglia a quell’amore con cui Cristo ha amato ciascuno di noi. Poi Gesù prosegue con altre indicazioni pratiche e significative: non sentirci sicuri di nessun altro equipaggiamento se non il semplice fatto di essere stati mandati da Lui: “Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento”. Cercare casa, cioè relazioni significative: “In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza”. Portare pace, cioè essere motivo di riconciliazione e non di contrapposizione: “Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi”. Rimanere liberi di annunciare senza dover costringere nessuno: “Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città”.
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