Lo stesso dolore, la stessa fede ma linguaggi diversi per esprimerli e rivolgersi al Signore. L’emorroissa sfiora soltanto e di nascosto il mantello di Gesù, eppure sprigiona da Lui la potenza guaritrice. Il capo della sinagoga si inginocchia e implora e ottiene il comando che desidera con fede.Di Giorgio e Valentina
Oggi la Liturgia fa memoria di Santa Maria Goretti, una 12enne assassinata da un giovane perché ella non volle concedergli le proprie grazie, insomma una martire della purezza; ci sembra una figura troppo sottovalutata… ma dove la trovi un’anima che a 11 anni promette, nel giorno della sua prima Santa Comunione, di “morire prima di commettere dei peccati”: aveva già nell’anima il desiderio del Paradiso ! I santi sono così: attaccati coi piedi per terra ma con la testa ed il cuore già nel Cielo. Prossimamente affronteremo l’argomento purezza nei figli facendoci aiutare da questa figura di straordinaria bellezza.
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Il Vangelo di oggi parla di un papà e di una donna malata, il brano è quello cosiddetto dell’emorroissa (Mt 9, 18-26) . Riportiamo solo qualche frase del brano evangelico :
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata….
Mi viene in mente la faccina stupita e curiosa di quel bambino che sentendo questa brano a Messa, si volta verso il papà : ma anche Gesù ha un mantello da supereroe ? Che forzaaaaa…..
Comunque, torniamo a noi…. avete notato l’atteggiamento del papà e della emorroissa? Uguali nel cuore ma diversi nell’azione. Ci ricordano che maschio e femmina esternano in maniera differente ciò che di uguale hanno nell’anima. Il papà, stremato dal dolore, finalmente prende coraggio e implora Gesù prostrandosi dinanzi a Lui, proprio come farebbe un soldato chiedendo clemenza al proprio superiore. La donna no, non si prostra dinanzi a Gesù, ma non perché non sia umile, tutt’altro, ma perché non si ritiene degna nemmeno di stare prostrata ai piedi di Gesù (data la sua condizione di malata e socialmente emarginata), ma….. siccome è femmina non usa la tattica frontale (tipica del soldato) ma agisce con scaltrezza, nel nascondimento, toccando solo il lembo del mantello.
Il papà l’hanno visto tutti, l’emorroissa non l’aveva notata nessuno se non Gesù solo, il quale si volta (ci racconta Luca narrando lo stesso episodio) per capire chi avesse fatto sprigionare tutta quella forza/potenza dal suo mantello.
Meditando su queste due figure non possiamo ignorare che un po’ ci rappresentano. Quanti papà ho visto (il mio ad esempio) e vedo ogni giorno prostrarsi dinanzi a Gesù con quella audacia umile tipica del soldato che ripone le proprie aspettative nelle mani del proprio stimato superiore, sicuro che, perlomeno, verrà ascoltato. Quante mamme e nonne ho visto pregare nel nascondimento delle proprie camere, nei Rosari recitati sottovoce mentre fanno i mestieri di casa, davanti alle Edicole votive dedicate alla Madonna ( dette in dialetto le “santelle” ).
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Cari sposi, non preoccupiamoci tanto se il nostro coniuge prega con qualche atteggiamento esteriore diverso dal nostro, preoccupiamoci che preghi; sicuramente la preghiera individuale assume caratteristiche uniche ed irripetibili date da vari fattori, tra cui anche il sesso. Eh sì, siamo diversi anche in quello.
Coraggio sposi, uniamo le nostre diversità per commuovere il cuore di Gesù.
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