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Il Cristo dell’Avana, sopravvissuto a tre fulmini e due cospirazioni

LA HABANA

Shutterstock | Roberto La Rosa

Macky Arenas - pubblicato il 07/07/20

L'assalto al palazzo presidenziale dell'Avana (Cuba) nel 1957 promosse la sua costruzione

Non è il Corvocado di Rio de Janeiro né il Gesù che veglia su Lisbona o quello di Lubango, in Angola. È il Cristo dell’Avana, di cui si parla poco ma ai cui piedi è scorsa molta storia.

Con una mole di 320 tonnellate, colpisce il visitatore e veglia come una sentinella su una fede che sei decenni di ateismo non sono riusciti a schiacciare. Il Cristo di Rio apre le braccia, mentre questo ha aperti gli occhi, anche se sono stati lasciati vuoti perché desse l’impressione di guardare tutti da qualsiasi luogo. In effetti osserva, attento, ciò che accade ai suoi piedi, mostrando il suo cuore, il Cuore di Gesù, la devozione che lo ha ispirato.

Cospirazione politica sullo sfondo

Dietro la sua costruzione c’è una storia di cospirazione politica. Nel 1957 si è verificato un assalto al palazzo presidenziale dell’Avana. All’epoca governava il dittatore Fulgencio Batista, e l’obiettivo dei congiurati era quello di eliminarlo e prendere il potere. Sua moglie, angosciata, intraprese il progetto di costruire la statua come promessa al Cuore di Gesù per la vita di suo marito.

Batista lo guardava da un’altra prospettiva: inaugurarla sarebbe stato un modo per guadagnarsi il sostegno popolare che stava perdendo.

Si iniziarono a raccogliere i fondi, si formò un comitato e molta gente contribuì a finanziare il progetto.

La bellezza maschile, vista da una donna

La statua è un’opera colossale di una donna cubana, Jilma Madera, che è andata in Italia e ha trascorso due anni a preparare il progetto. L’artista non si è basata su nessuna immagine esistente di Gesù, scolpendola basandosi su quello che per lei rappresentava l’ideale di bellezza maschile. Varie rassegne citano una frase dell’artista, morta a Cuba nel 2000:

“Ho seguito i miei principi e ho cercato di ottenere una statua piena di vigore e fermezza umana. Al volto ho impresso serenità e interezza come per dare l’idea di una persona certa delle proprie idee; non l’ho visto come un angioletto tra le nuvole, ma come un uomo con i piedi ben saldi sulla terra”.

L’immagine è alta 20 metri ed è composta da 67 pezzi giunti a Cuba dall’Italia, che prima della partenza hanno ricevuto la benedizione di Papa Pio XII. È l’unica scultura al mondo fatta di 300 tonnellate di marmo bianco di Carrara. Il leggendario cardinale Arteaga l’ha inaugurata a malincuore, non ovviamente per il soggetto, ma per le differenze inconciliabili che lo allontanavano dal dittatore e dal suo Governo.


JOSE FELIX PEREZ

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L’altra cospirazione

La storia registra che l’immagine, situata nel villaggio di Casa Blanca, nel municipio di Regla, è stata insediata sul colle de La Cabaña il 24 dicembre 1958. Quindici giorni dopo la sua inaugurazione, l’8 gennaio 1959, Fidel Castro entrò all’Avana dopo aver abbattuto il governo di Fulgencio Batista in quella che è nota come la Rivoluzione cubana.

Le parole della scultrice furono profetiche: il Cristo ha resistito saldo al passare del tempo e al regime di Fidel Castro.

L’immagine venne abbandonata per molto tempo. La cospirazione contro quello che rappresentava la figura ha assunto la forma della defenestrazione comunista, della trascuratezza e della negligenza di un regime ateo che presto ha iniziato a perseguitare i credenti e la Chiesa cattolica e a cercare con tutti i mezzi di sradicare la fede dal cuore dei Cubani.

Situata a 51 metri sul livello del mare, quasi non si vedeva perché è stata fatta crescere di proposito una boscaglia che impediva la vista in prospettiva, anche se in condizioni normali la sua altezza permetteva di apprezzarla da tutti i punti della città. Il colmo della trascuratezza è che stata dichiarata monumento nazionale solo il 6 novembre 2017. La struttura è stata poi riscattata, e nel 2013 ha ottenuto il Premio Nazionale del Restauro.

Non è rimasta immune neanche ai furiosi temporali cubani, venendo raggiunta dai fulmini in ben tre occasioni – nel 1961, nel 1962 e nel 1986, quando è stata finalmente posta una protezione.

L’immagine è rimasta salda e serena, intatta e imperterrita, come sapendo che il suo posto è lì, accanto ai Cubani, che non dimenticano la sua devozione, al punto che negli anni Novanta, con l’apertura a una certa libertà religiosa, la statua – che non era visitabile essendo situata in una zona militare – è stata riaperta al pubblico. In quell’occasione i giovani cattolici hanno recitato una Via Crucis ai suoi piedi nel contesto di un atto di riparazione.

LA HABANA
Shutterstock | Rob Atherton



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Icona e patrimonio

Il Cristo dell’Avana ha una mano sul petto e l’altra alzata in gesto di benedizione. Dalla sua notevole altezza, benedice Cuba e i suoi abitanti da 62 anni.

Rappresenta un patrimonio spirituale che resta nell’anima cubana e non dev’essere mai abbandonato di nuovo. Il suo valore artistico deve innalzarlo al di sopra dei rancori del passato, delle cospirazioni perdute nella storia e soprattutto delle grinfie delle ideologie e di altre deviazioni e patologie che invadono la vita pubblica.

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