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Vescovi USA chiedono al Presidente Trump di invertire il corso delle esecuzioni federali

DEATH PENALTY

PAUL BUCK | AFP

Vatican News - pubblicato il 03/07/20

“Opporsi alla pena di morte non significa essere 'tolleranti nei confronti del crimine', bensì essere forti verso la dignità della vita umana”

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha declinato lunedì l’ipotesi di accettare il ricorso dei prigionieri condannati a morte a livello federale che avevano sfidato il protocollo governativo dell’iniezione letale, spianando la strada alla possibilità che l’Amministrazione Trump eseguisse le prime esecuzioni a livello federale in quasi due decenni.

Il rifiuto dell’Alta Corte significa che il Governo può procedere a quattro esecuzioni, a cominciare da questo mese.

L’arcivescovo Paul Coakley di Oklahoma City ha diffuso una dichiarazione ribadendo l’appello rivolto nel luglio scorso affinché l’Amministrazione riconsiderasse la sua decisione.

“Come espresso alla Corte Suprema in un’altra occasione all’inizio di quest’anno”, afferma l’arcivescovo, “i vescovi chiedono da decenni la fine della pena di morte”.

Il presule indica che Papa San Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco hanno chiesto tutti la fine della pena di morte in tutto il mondo.


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“Come ha affermato Papa Francesco attraverso il Catechismo della Chiesa Cattolica, la pena di morte è inaccettabile, perché è un affronto al Vangelo e al rispetto della vita umana”.

L’arcivescovo Coakley ha anche ricordato che nel loro incontro del giugno 2019 i vescovi cattolici degli Stati Uniti hanno votato a stragrande maggioranza per l’affermazione di questa posizione.

“Due dei miei confratelli vescovi ed io abbiamo scritto lo scorso anno che ‘opporsi alla pena di morte non significa essere ‘tolleranti nei confronti del crimine’, bensì essere forti verso la dignità della vita umana’. A questo scopo, imploro l’Attorney General Barr e il Presidente Trump di abbandonare questa strada che porterebbe a presiedere le prime esecuzioni federali in 17 anni”.

L’esecuzione di Daniel Lee è prevista per il 13 luglio, quelle di Wesley Purkey e di Daniel Honken il 15 e il 17 luglio, quella di Keith Nelson il 28 agosto.

I prigionieri, che attualmente si trovano in una prigione federale di massima sicurezza a Terre Haute, nell’Indiana, sono nel braccio della morte da un periodo che va dai 16 ai 22 anni. Il Governo statunitense progetta di usare un’unica dose di pentobarbital per ucciderli.


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