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Sapete qual è la qualità della vita di San Paolo che può cambiare la vostra?

Saint Paul

Bartolomeo Montagna | Public Domain

Theresa Civantos Barber - pubblicato il 03/07/20

Senza questa virtù spesso dimenticata, la vera conversione del cuore nei confronti di Dio non può mai verificarsi

San Paolo non ha mai incontrato Cristo durante la sua vita, ma è diventato uno dei più fervidi seguaci del Signore, e uno dei missionari più apostolici che il mondo abbia mai conosciuto. Ciò che sorprende di più in lui – e quello per cui è stato maggiormente ricordato nel corso dei secoli – è però forse il fatto che non avrebbe mai dovuto fare il missionario.

Quando Paolo appare per la prima volta nella Scrittura, perseguita crudelmente la Chiesa cristiana delle origini.

Il suo cambiamento di cuore radicale, dal condannare la lapidazione di Santo Stefano (Atti 6, 58) all’accettare con gioia la stessa corona del martirio, è una delle inversioni di marcia più scioccanti nella storia cristiana.

La sua storia di conversione ha un’importanza fondamentale ancora oggi, e le qualità interiori che l’hanno resa possibile possono avere una profonda influenza sulla nostra vita quotidiana.

Il coraggio di ammettere un errore

L’improvviso cambiamento del cuore di San Paolo rivela un tratto molto raro: era aperto a cambiare idea. Sembra semplice, ma ascoltare con cuore aperto informazioni nuove e poi integrarle in un modo che porta a cambiare comportamento e pensiero richiede un’umiltà straordinaria. È così, però, che si verifica la vera conversione del cuore.

Nessuno ama ammettere di aver sbagliato, e l’umiltà è sempre difficile. La Scrittura, però, ci dice in continuazione che l’orgoglio corrode l’anima. Serve una vera umiltà di spirito per essere aperti al cambio della nostra mente, com’è accaduto a San Paolo, e questa umiltà avvicina a Dio e alla sua verità: “Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili” (Giacomo 4, 6).

Come può essere questa umiltà quotidiana? Una persona con uno spirito umile come quello di San Paolo potrebbe ritrovarsi a dire frasi di questo tipo:

  • Non ne avevo idea. Buono a sapersi.
  • Penserò a quello che hai detto.
  • Non avrei dovuto farlo/dirlo.
  • Oh, non lo sapevo. Ho cambiato idea.
  • Non ci ho mai pensato in questo modo. Grazie per la tua spiegazione.
  • Terrò conto di queste nuove informazioni.

Ascoltare la voce di Dio

Essere aperti a cambiare idea quando Dio ci getta letteralmente a terra, com’è accaduto a San Paolo sulla via di Damasco, è ottimo:

“E durante il viaggio, mentre si avvicinava a Damasco, avvenne che, d’improvviso, sfolgorò intorno a lui una luce dal cielo e, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» Egli domandò: «Chi sei, Signore?» E il Signore: «Io sono Gesù, che tu perseguiti»” (Atti 9, 3-5).

Chi non cambierebbe idea in circostanze così insolite? La maggior parte della gente, però, non sente voci dal Cielo che ordinano di emendare la propria vita. Perché, allora, la disponibilità di San Paolo a cambiare cuore è così degna di imitazione?

In primo luogo perché Dio parla ancora a ciascuno di noi oggi, e poi perché l’umiltà d’animo di San Paolo non è stata limitata a quest’unico evento, ma ha rappresentato una parte importante del suo ministero e della sua santità personale.

San Paolo ha sentito forte la voce di Dio, ma Questi parla ogni giorno a ciascuno di noi in innumerevoli modi: attraverso la Sacra Scrittura, gli eventi della nostra vita, la gente che ci circonda e direttamente nel nostro cuore. Possiamo ascoltare la Sua voce e conoscere la Sua volontà per noi se facciamo spazio nella nostra confusione quotidiana per sentire quella piccola voce silenziosa nella nostra anima.

Anche per San Paolo, questo evento straordinario sulla via di Damasco non è stato un atto solitario di umiltà, quanto piuttosto una reazione a catena, che ha dato vita a una serie di innumerevoli conversioni del cuore nei confronti di Dio. Papa Francesco dice che San Paolo è “il modello dell’umiltà di noi preti”. I suoi scritti esortano continuamente all’umiltà, al perdono e alla gentilezza di spirito, come in questo passo:

“Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro” (Colossesi 3, 12-13).

La maggior parte di noi, comunque, non è chiamata a drammatici cambiamenti del proprio obiettivo di vita come nel caso di Paolo. Piuttosto, possiamo imitarlo in piccoli atti di rinuncia all’orgoglio e alla rabbia e abbracciando la croce della nostra vocazione individuale.

Mentre i discepoli di oggi cercano di vivere con lo spirito missionario di San Paolo, non dimentichiamo questa umiltà, che è stata strettamente collegata al suo zelo apostolico. La disponibilità ad ascoltare e a cambiare ha modificato per sempre la vita di Saulo, e può cambiare anche la nostra se solo lo permettiamo.

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