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L’arcivescovo di Parigi stigmatizza la corsa del governo sulla Legge Bioetica

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Domitille Farret d'Astiès - pubblicato il 02/07/20
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In una tribuna pubblicata martedì 30 giugno 2020 su Le Figaro, mons. Michel Aupetit ha biasimato la precipitazione dell’esecutivo per far adottare il progetto di Legge Bioetica.

Il progetto di legge bioetica «reca in sé degli smottamenti considerevoli che modificano gravemente e pericolosamente i fondamenti di quel che la nostra civiltà ha costruito per il rispetto dell’uomo, della sua dignità, della sua vita e della sua salute». Durissimo mons. Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, in una tribuna pubblicata su Le Figaro mentre il progetto di legge bioetica fa ritorno all’Assemblea Nazionale. Una decisione che il prelato giudica precipitata e improvvida. Sottolineando che «la maggior parte delle riforme importanti sono da riportare o rivedere», e osservando che la crisi sanitaria ha messo la Francia «in ginocchio», il prelato fustiga la forzatura che avviene «nella discrezione del mese di luglio».

Una deriva della società consumista

La pandemia «ha gettato un altro colpo di proiettore sulla tristezza della situazione nelle Case di riposo», ha scritto Aupetit, e se il Paese è fiero del proprio personale medico e paramedico la crisi ha ricordato ha ciascuno la propria vulnerabilità, nonché «la necessità di tornare a una certa sobrietà» e «la ricchezza nonché la fragilità delle relazioni famigliari». Donde la sua meraviglia, nel constatare la volontà di arrivare a ogni costo in capo a questo progetto di legge, «come se nulla fosse accaduto». E prosegue martellante, mentre punta il dito sul «mito di una procreazione “senza sesso”»:

Mentre la pandemia ha manifestato l’esigenza di vincere i nostri egoismi mediante l’impegno nella solidarietà, il rispetto dell’uguale dignità di ogni essere umano resta una priorità.

La produzione artificiale di gameti, gli aborti selettivi in caso di gravidanze multiple, il fatto di distinguere l’assistenza medica alla procreazione dalle difficoltà a concepire… rivelano secondo il prelato una deriva della società consumistica «che spinge ancora e sempre il desiderio degli adulti» a dispetto delle conseguenze che ricadranno sulle generazioni future.

Sappiamo che bisogna rilanciare il commercio e l’industria, ma non a prezzo della dignità dell’essere umano.

Aupetit invoca anche l’autorità di Giovanni Paolo II e della sua Evangelium Vitæ. L’arcivescovo di Parigi si appella quindi al “coraggio” e alla “lucidità” dei deputati e li invita a

rimettere in discussione questo progetto ingiusto e inegualitario per concentrarsi sui veri problemi dei francesi.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]