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Spiritualità
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È scoppiata una burrasca nella tua vita e Gesù ti sembra indifferente?

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 30/06/20

I discepoli nel Vangelo di oggi svegliano Gesù che dorme sulla barca mentre impazza la tempesta dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ma come si può dire di essere perduti se Lui è con noi? San Paolo ci ricorda che nulla potrà mai separarci dall'amore di Dio.

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?». (Mt 8,23-27)

“Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva”. Segui Gesù, ti metti in gioco, fai delle scelte, sali su una barca, cominciano i problemi, e Lui dorme. Questa sensazione è quella che tante volte proviamo nella nostra vita. Infatti finché le tempeste nascono dai nostri peccati non c’è molto da meravigliarsi, ma quando esse accadono mentre si cerca di seguire Gesù allora uno si domanda il perché, e molte volte ne resta scandalizzato. La nostra preghiera però deve essere capace di penetrare anche un simile buio, e il suggerimento dei discepoli di oggi sembra essenziale: “Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!»”. Ma come si può dire di essere perduti se Gesù è con te? Ma quello che tante volte esprimiamo nella nostra fede è il bisogno di dire quello che sentiamo più ancora di quello che sappiamo. Infatti con la testa sappiamo che Gesù c’è ma la sensazione che sentiamo è quella di sperimentarlo addormentato, indifferente, inutile rispetto ai problemi. “Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?» Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia”. Avere paura e lasciare che la paura decida al posto nostro sono due cose diverse. Avere paura è umano, lasciare invece che la paura decida al posto nostro è il chiaro segno della nostra incredulità. Ecco perché San Paolo a un certo punto dice ad alta voce ciò che la nostra fede dovrebbe ricordarci: “Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,35-39).
Matteo 8,23-27

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