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La certezza di cui abbiamo bisogno quando ci schiaccia l’incertezza

MIŁOŚĆ

Kelly Sikkema/Unsplash | CC0

padre Carlos Padilla - pubblicato il 30/06/20

Imparare a vivere in pace tra i propri dubbi

Voglio imparare a vivere tra i miei dubbi. Non è sempre necessario rispondere a tutte le mie domande. Tendo a chiedere, voglio sapere tutto, avere delle certezze.

Sembra che la vita si giochi nel fatto di trovare risposte a tutte le domande possibili, come se ci fosse un tutorial su Internet per ogni dubbio che mi viene in mente. Ci sono molte risposte, ma non sono tutte.

A volte sono angosciato e cerco un sacerdote, un guru, un cattedratico, una persona colta, un santo, un terapeuta, un saggio che mi chiarisca tutto.

Pretendo che chi ha una saggezza che io non possiedo risolva tutti i miei conflitti interiori, chiarisca tutti i dubbi, dissipi tutte le mie paure.

Cerco sempre qualcuno fuori di me, al di sopra di me, con l’autorità sufficiente per dirmi ciò che va bene e ciò che va male in tutte quelle domande e in quei temi delicati in cui forse non ho tutto chiaro.




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Cosa sostiene la Chiesa? Cosa difende la scienza? Cosa afferma il mondo? Cosa sussurra Dio? Voglio avere certezze solide che mi permettano di camminare nella vita senza vacillare.

Mi spaventano le incertezze di quest’epoca. È come un mare in tempesta pieno di futuribili incerti in cui la barca della mia vita soffre tra le onde.

Voglio affermazioni contundenti, risposte definitive, dogmi chiari e ferrei che tranquillizzino la mia coscienza. Spero anche che altri decidano per me quando non sono capace di prendere decisioni.

E se poi mi sento attaccato o giudicato da altri, dirò con molta calma ed eleganza che sono altri che mi hanno consigliato o hanno preso una decisione di cui non sono responsabile.

E così la mia anima continuerà ad essere tranquilla, lasciandosi trasportare lungo le strade che altri delineano per me. Senza che io maturi, senza compiere l’esercizio saggio di discernere ciò che Dio vuole per la mia vita.

Credo che questo tempo che devo vivere mi inviti a farlo con domande aperte.

Quando finirà questa pandemia? Quando potrò realizzare tutti i progetti che avevo? Quando potrò tornare alla mia vita normale, a quella di prima? Si sarà perduto qualcosa in questo tempo di guerra, qualcosa di essenziale della mia vita precedente? Avrò perduto qualcosa di quello che custodivo nell’anima? Saranno cambiate molte cose nel mio modo di vivere, di amare, di donarmi?

Nella mia mentalità maschile mi costa vivere con domande senza risposte, con problemi irrisolti, crocevia in cui non prendo una direzione concreta e resto fermo, senza risposte, in attesa.

Mi fa paura rimanere tranquillo mentre le indecisioni mi turbano dentro. Mi spaventano quelle verità taciute e quelle altre domande esposte che vedo spesso intorno a me, anche dentro l’anima.

Voglio mantenere la gioia e la pace tra i venti e le notti senza stelle. Sogno la luce chiara del giorno che porto nell’anima.

So che dissipando le nubi non riuscirei a vedere il sole che sogno tanto. Per questo mi lascio trasportare sulle ali del vento. Confidando nel fatto che Dio mi ha già dato le risposte più importanti nell’anima.

L’unica certezza che sostiene la mia vita è il suo amore immenso. Mi piacciono queste parole:

“Sono figli della luce, non delle tenebre! Quel ‘rallegrati’ apre in modo pragmatico la realizzazione della salvezza, che entra nel mondo come un dono che si accoglie con gioia e per la gioia, anche in mezzo all’incertezza o alla sofferenza. La ‘buona novella’ riempie di gioia la Vergine, accettando il mandato-dono di rallegrarsi, anche se sorgono dubbi, incertezze e domande su come si compirà il progetto divino”.

Continuo a custodire nell’anima paure e dubbi, incertezze e domande aperte, ma so che il dono che ricevo da Dio è la fiducia per continuare a camminare come Maria pieno di gioia.


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Non mi turba più il fatto di pensare di non avere molte risposte né per me né per gli altri. Ho domande che suscitano nuove domande, e questo mi rallegra.

A volte credo che mi annoierei ad avere risposte chiare e definitive per tutto. Mi toglierebbe la pace pensare di poter dire a chiunque cosa deve fare in ogni momento. E credere di sapere bene il cammino che deve compiere per essere felice.

Questa presunzione mi spaventa. Credere di possedere una saggezza al di sopra degli altri e di avere risposte che gli altri non hanno. Mi piace la sensazione della mia povera anima che non ha molte risposte e vive ancorata a domande profonde. Confidando sempre nel fatto che la certezza unica che sostiene la mia vita sia quell’amore personale e profondo che Dio ha per me.

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