Il papa Pio IX (1792-1878) raccontava volentieri un’esperienza della sua infanzia, che prova l’aiuto straordinario prestatogli dal suo angelo. Da bambino faceva il chierichetto alla Messa celebrata nella cappella paterna. Un giorno, mentre stava inginocchiato sull’ultimo gradino dell’altare, durante l’Offertorio, fu preso improvvisamente da timore e da paura. Era eccitatissimo, e non ne capiva il motivo. Il cuore cominciò a battere forte forte.
Istintivamente, cercando aiuto, volse gli occhi dalla parte opposta dell’altare. Lì c’era un bel giovane che gli faceva segno con la mano di andare verso di lui. Era così confuso, vedendo quell’apparizione, che non osava spostarsi. Ma la figura luminosa gli fece energicamente ancora un cenno. Allora si spostò, ma l’apparizione sparì. Nello stesso istante, la pesante statua di un santo cadde proprio lì dove stava prima il piccolo chierichetto. Se il fanciullo fosse rimasto in quel posto sarebbe stato certamente ucciso! Da ragazzo, da sacerdote, da vescovo e poi da papa, Pio IX ricordava spesso questa sua esperienza indimenticabile, in cui constatò l’aiuto del suo angelo custode.
Un giorno, il santo padre Pio XI confidò a un gruppo di pellegrini che egli invocava sempre, all’inizio e alla fine delle sue giornate, l’angelo custode. Spesso lo pregava anche durante il giorno, specialmente quando le cose si complicavano e ciò capita spesso negli impegni di un papa. « Ci teniamo a dirlo, anche per un debito di riconoscenza – proseguì Pio XI –, che ci siamo sempre sentiti meravigliosamente assistiti dal nostro angelo custode. Sentiamo molto spesso che è lì, accanto a noi, pronto ad aiutarci ».
Durante un’udienza, papa Giovanni XXIII fece questa confidenza: « Parlando un giorno con l’insigne pontefice Pio XI, lo sentii confidare un bellissimo segreto: confermava, infatti, che la protezione dell’angelo custode sempre dà letizia, risolve ogni difficoltà ed appiana gli ostacoli. “Quando mi accade”, confidò Pio XI, “di dover parlare con qualche persona, con la quale so che l’argomentare è difficile, e per cui il linguaggio deve essere accentuato con speciale forma di persuasione, allora raccomando all’angelo mio custode perché di tutto faccia parola all’angelo custode della persona che devo incontrare; sicché, una volta stabilita l’intesa tra i due alati spiriti, il colloquio risulta per il meglio ed è facilitato”».
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