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Nel Direttorio vaticano per la Catechesi il no alla pedofilia

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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 26/06/20

Nel Nuovo Direttorio per la Catechesi, presentato il 25 giugno, tra le intense pagine che orientano la nuova evangelizzazione anche nel digitale per le nuove generazioni è contenuto il chiaro impegno e il richiamo ai Catechisti (e non solo) di vigilare e proteggere ogni persona – e specialmente i minori – da ogni forma di abuso.

Non poteva non mancare questo richiamo e impegno dell’ormai diffusa consapevolezza che sta crescendo nella tutela e protezione dei minori.

Il nuovo Direttorio per la catechesi, preparato dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mette nero su bianco la raccomandazione che sia evitato, da parte dei catechisti, “ogni genere di abuso, sia esso di potere, di coscienza, economico o sessuale”.

Ancora: “Il catechista, a motivo del suo servizio, ricopre un ruolo nei confronti delle persone che accompagna nella fede ed è da loro percepito come una persona di riferimento, che esercita una certa forma di autorità”, si legge nel documento, frutto di cinque anni di lavoro. “I catechisti, nei loro percorsi formativi e attraverso un dialogo onesto con la propria guida spirituale, siano aiutati ad individuare la modalità corretta per vivere la propria autorità unicamente come servizio dei fratelli”. Inoltre: “Per non tradire la fiducia delle persone loro affidate, sappiano distinguere tra foro esterno e foro interno e imparino ad avere grande rispetto per la libertà sacra dell’altro, senza violarla o manipolarla in alcun modo”.

Non è tutto. Il documento ricorda che: “Nel ribadire l’impegno per la maturazione umana e cristiana dei catechisti, la Chiesa richiama l’attenzione sul compito di vigilare con determinazione perché, nell’attuazione della sua missione, sia garantita ad ogni persona, specialmente ai minori e alle persone vulnerabili, la protezione assoluta da qualsiasi forma di abuso”. Il testo cita, in particolare, la lettera apostolica di Papa Francesco “Vos estis lux mundi” (7 maggio 2019).

Permettetemi allora una riflessione, che non vuole essere una sorta di autocitazione. Nel leggere il documento pontificio ho trovato una certa concordanza con uno dei miei testi: “Chi accoglie i bambini, accoglie il Signore. Traccia educativa per una nuova pastorale di prossimità contro gli abusi” (F. Di Noto, Editore Santocono, pagg. 128, 2011) che descrive e traccia un percorso educativo per una nuova pastorale nella Chiesa e nelle agenzie educative contro gli abusi. Rilancia i già Corsi di Formazione per catechisti, operatori pastorali e insegnanti che ogni anno propone Meter come “corsi propedeutici” per far affrontare con competenza umana e basilari strumenti per accompagnare i minori e le persone vulnerabili.

Il libro (che è già in fase di aggiornamento) è un intenso dialogo/traccia – frutto dei numerosi incontri nelle diocesi per la formazione del clero e dei seminaristi, parrocchie, associazioni e famiglie affronta particolarmente gli abusi sessuali e la pedofilia. Accenna come la Chiesa ha avuto, da sempre, l’attenzione e la premura pastorale per i piccoli e i deboli e come, per il peccato e la fragilità di alcuni, si sia trovata ad affrontare il problema drammatico e sconvolgente degli abusi da parte di sacerdoti, religiosi e operatori pastorali, offrendo, con chiarezza, fermezza e carità pastorale, una lineare risposta e azione di esempio per tutti. Ammettiamo che c’è ancora tanto e molto da fare.

La mia riflessione, di pagina in pagina, affronta il fenomeno della pedofilia (anche online) e i pericoli cui i minori possono incorrere nell’utilizzo della rete; non dimenticandoci delle opportunità che offrono le nuove tecnologie. Offre una lettura per una pastorale di prossimità proponendo itinerari e sollecitazioni per rispondere a questa “avventura educativa” tra le vecchie e le nuove emergenze all’epoca di internet. La prossimità umana, alla luce del vangelo, apre sempre un dialogo, anche quando è compromesso dalle fragilità umane e dal senso di vergogna per ciò che conosciamo di noi stessi e degli altri. La certezza è che non siamo nel “deserto della vita” ma nel flusso costante dell’Amore che fa nuova e bella la vita, anche se deturpata, anche se sconfitta, anche se violentata. E’ una speranza che muove la breve vita di ogni uomo, donna, bambino e anziano.

Una delle azioni proposte dalle Linee guida della CEI è: la formazione e la prevenzione che sarà a cura di esperti ma che deve avere la comunità ecclesiale (diocesana e parrocchiale, insieme alle associazioni e ai movimenti) impegnata senza sosta a rendere se stessa “sicura e protettiva” contro ogni forma di abuso e sfruttamento. Senza la Comunità la tutela è deficitaria e incompleta. Nei Piani e Progetti pastorali diocesani (e pastorali) per il nuovo anno pastorale i Vescovi prevedano una serie di incontri e laboratori formativi, coordinati dal Servizio Tutela Minori regionali e diocesani in raccordo con i vari Uffici di Pastorale (Catechesi, Giovani, Carità, Famiglia, Migranti, Scuola, Informatica ed altri) dove si inserisca in agenda una programmazione che inserisca una azione educativa per catechisti, educatori, operatori pastorali, famiglie; la sfida che ci attende è già in atto, e non può trovarci impreparati. Avvalersi di esperti e professionisti di Associazioni accreditate è un ausilio non indifferente.

Le indicazioni del Nuovo Direttorio, confermano la strada già tracciata, da continuare senza sosta.

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