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5 modi in cui Gesù affrontava le persone difficili

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Antonio Guillem I Shutterstock

Suor Theresa Aleteia Noble - pubblicato il 24/06/20

Gesù poneva domande, non stava sulla difensiva, e sapeva quando ignorare qualcosa

Come dovremmo trattare le persone difficili?

Alcune persone nella nostra vita possono essere difficili semplicemente perché ci sfidano, perché sono diverse, perché ci viviamo insieme (e la vicinanza evidenzia i punti deboli) o… perché siamo noi ad essere difficili!

Indipendentemente da questo, l’essere umano ha la capacità di imparare ad accettare ciò che è sconveniente, incongruente e scomodo nella vita non come fastidi necessari, ma come doni.

Heather King scrive:

“[Quando] siamo aperti e ricettivi a tutto ciò che il mondo ha da offrire e da insegnarci, allora tutto si illumina da dentro. Vediamo che tutto è o può essere collegato alla nostra ricerca di bellezza e organizzazione. Tutto ‘appartiene’: vecchie bambole, quotidiani decrepiti, bottoni scartati… Persone difficili”.

Inquadrare le persone difficili in una luce positiva sembra un compito difficile, ma possiamo iniziare imparando a rapportarci a loro in modo simile a Cristo. La Scrittura ci insegna alcuni modi in cui Gesù si è rapportato alle persone difficili.

1 Gesù poneva domande

Al capitolo 12 del Vangelo di Luca, Gesù è sollecitato a risolvere una disputa familiare, e risponde dicendo di non essere un giudice. È interessante notare che Gesù nelle Scritture pone molte domande. A volte erano retoriche, ma cercava anche un feedback. Ponendo domande, sottolineava la sua apertura nei confronti dell’altro.

È buffo, ma noi esseri umani tendiamo a non porre molte domande. Assumiamo, pontifichiamo, istruiamo, osserviamo, interrompiamo e giudichiamo, ma raramente poniamo domande ad altre persone. Usando spesso le domande, penso che Gesù incarni il comportamento di un buon comunicatore, una persona che si preoccupa dell’altro al punto da coinvolgerlo e sfidarlo, anche – e forse soprattutto – quando è difficile da trattare.

2 Gesù non è stato mai messo all'angolo

Nel capitolo 6 del Vangelo di Luca, Gesù fa una passeggiata di sabato con i suoi discepoli, e i farisei lo accusano di infrangere la legge del sabato strappando spighe. Gesù non si scompone. Non teme mai la gente che cerca di coglierlo in fallo o di pensare il peggio di Lui, perché non si concentra su quello che pensano gli altri.

A volte le persone ci mettono all’angolo con le loro supposizioni e i loro giudizi, e possiamo iniziare a pensare che il modo in cui ci vedono sia più obiettivo di quello in cui ci vediamo noi. È difficile quando pensiamo che gli altri ci fraintendano o non si prendano il tempo per conoscerci prima di giudicare, ma come Gesù non dobbiamo sentirci definiti dalle proiezioni degli altri. La nostra identità si trova in Dio, non in quello che gli altri provano a imporci.

3 Gesù sapeva quando ignorare

Ricordate quell’episodio in cui i suoi vicini e amici di Nazareth, la sua città natale, vogliono gettare Gesù giù da un dirupo? Vedendo che non c’è da ragionare con loro, Gesù cammina tra la folla, ignora la rabbia e va avanti per la sua strada. A volte le persone difficili fanno i capricci, parlano duramente o ci trattano male (sulle reti sociali accade continuamente). Il suggerimento? Allontanatevi.

4 Gesù non era sulla difensiva

Al capitolo 10 del Vangelo di Marco, Giacomo e Giovanni dicono fondamentalmente a Gesù “Vogliamo che il Signore faccia per noi ciò che gli chiediamo”. Gesù, però, sa quando dire di no e quando dire di sì. A volte le persone possono esigere da noi più di quello che possiamo dare loro. Senza rendercene conto, cerchiamo di soddisfare una persona carente o aggressiva (che raramente rimane soddisfatta!) Gesù non ha bisogno di proteggersi dagli altri; la volontà di Dio è certa, e da ciò deriva il suo non stare sulla difensiva.

5 Gesù era flessibile

In Matteo 15, una donna vuole che Gesù curi sua figlia, e Lui dice di no. Poi, però, toccato dalla risposta di fede della donna, opera la guarigione. Gesù affronta gli altri con la mente aperta. Anche quando aveva nozioni preconcette, permetteva che lo Spirito lo cambiasse. Lo Spirito Santo può portare voi, o la persona che è normalmente difficile, ad agire in un modo diverso e inaspettato. Qaundo siamo chiusi nei confronti degli altri, ci chiudiamo anche allo Spirito Santo, che sta lavorando in noi e nell’altra persona.

Chiedete quindi aiuto a Cristo pregando:

“Gesù, aiutami a vederti in tutti, anche nelle persone difficili. Illuminami con il tuo amore radioso, perché io possa vederti anche nelle persone più complicate. Ogni essere umano è creato a tua immagine. Aiutami a riconoscerti e ad amarti in loro. Amen”.

Suor Theresa Aletheia Noble, FSP, è autrice di The Prodigal You Love: Inviting Loved Ones Back to the Church.

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