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Il “nuovo” Lapo Elkann: Dio e la famiglia mi hanno salvato la vita

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Khristell - Wikimedia

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 18/06/20

Lo abbiamo conosciuto tra eccessi e mondanità. Dopo un grave incidente dice di essere totalmente cambiato. E ha iniziato a dedicarsi alla beneficenza

«Sono stato graziato da Dio più volte, devo ringraziarlo e mai dimenticarlo. Per questo ho deciso di aiutare gli altri». E’ Lapo Elkann totalmente diverso da come lo abbiamo conosciuto, tra eccessi e mondanità, quello che parla nella sua prima intervista dopo il terribile incidente stradale avvenuto nel dicembre del 2019 in Israele. Un incidente che lo ha costretto a una lunga riabilitazione.

Dalle pagine del settimanale Chi, Lapo si racconta a cuore aperto, senza nascondere la gratitudine che prova nei confronti della vita.

Peripezie, alti e bassi

«Ho avuto varie peripezie ed è inutile nasconderlo, i miei alti e bassi sono di dominio pubblico e, dopo quello che mi è successo in Israele, ho avuto una spinta in più».

Lapo evidenzia che attraverso «la mia fondazione LAPS», attiva dal 2016, «abbiamo realizzato diversi progetti a favore della cura e del benessere dei minori. Con l’emergenza coronavirus, quindi, ci è sembrato naturale incrementare gli sforzi a favore dei più fragili».

Ora si dedica alla beneficenza

«Non sono attaccato a quello che possiedo – sostiene il nipote di Gianni Agnelli – e, se intorno a me vedo sofferenza, lo sono ancora di meno. Con la raccolta fondi destinata alle famiglie più bisognose siamo partiti da Italia e Portogallo, e adesso con la creatività e la generosità italiana vogliamo aiutare altri Paesi», prosegue Lapo, spiegando che ora si dedica principalmente proprio alle attività di beneficenza.

Vuoti colmati nel modo sbagliato

L’imprenditore fa mea culpa del suo passato. «Molti diranno che, essendo nato ricco, ho avuto vantaggi e infatti non mi lamento e non faccio la vittima, dico comunque che qualunque essere umano può attraversare dei grandi vuoti».

«Io ho provato a colmarli in modo sbagliato, con le sostanze. Finché non ho trovato, anche grazie agli affetti veri – conclude – la pace e la forza interiore, ma bisogna lavorare ogni giorno. Tutto quello che è esteriore, come il successo, non conta se non capisci qual è il tuo posto nel mondo».


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