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Il Giorno del Netturbino in Argentina è legato a questo sacerdote

MAURICIO KLEBER SILVA

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Esteban Pittaro - pubblicato il 17/06/20

Padre Mauricio Silva è stato sequestrato il 14 giugno 1977 da forze identificate come di polizia

Il 14 giugno è stato celebrato in Argentina il Giorno del Netturbino, in cui dal 2003 si onora chi ogni giorno si occupa della pulizia degli spazi pubblici. All’origine della ricorrenza ci sono la vita e la scomparsa di un sacerdote, padre Kléber Mauricio Silva Iribarnegaray, nato in Uruguay.

Mauricio Silva era nato in una famiglia umile di Montevideo nel 1925. Era giunto in Argentina per studiare presso la famiglia salesiana, nella quale era stato ordinato sacerdote nel 1951. Aveva fatto parte della missione salesiana in Patagonia, anche se era tornato nel suo Paese alla fine degli anni Cinquanta per accompagnare la madre, che versava in condizioni di salute gravi, e si era incardinato a Montevideo.

Negli anni Settanta si era avvicinato alla famiglia spirituale di Charles de Foucauld, e si era unito ai Fratelli del Vangelo, fraternità basata su tre pilastri: preghiera, vita fraterna e condivisione della vita dei poveri. Per questo, era tornato in Argentina per unirsi a loro a Fortín Olmos, Chaco. Aveva vissuto a Rosario, e come parte della condivisione con i poveri aveva iniziato a lavorare con loro come netturbino a Buenos Aires, impegnandosi per ottenere condizioni migliore per loro.

“Qui non valgono le investiture o le nomine dei vescovi per presentarti ai fedeli di una parrocchia, né i progetti di opere e costruzioni per entrare in un quartiere. Qui il rapporto e quindi la presentazione avviene mediante l’unica porta che Dio ha posto nella vita: l’amicizia… Quello che so è che un bel giorno a Buenos Aires, con tutto il mio carico di speranze, sono rimasto sorpreso guardando un netturbino nel quartiere de La Boca… un uomo piccolo e sporco che puliva una strada. È stata una questione di secondi… il mio posto era quello… e i ‘tanti uomini che ho nella città per te’, come ho trovato poi in San Paolo. Il quadro mi diceva tutto. Come uno di loro, per loro, cercando con loro, per annunciare a loro”, rifletteva padre Silva.

“Non è stato un militante politico, ma un lavoratore, un netturbino impegnato con la sua realtà. Ha partecipato a una serie di iniziative sindacali molto concrete che cercavano di migliorare la qualità del lavoro dei netturbini”, ricorda Alicia Vázquez, autrice del libro sulla sua vita Gritar el Evangelio con la vida.

Padre Silva è stato sequestrato il 14 giugno 1977 da forze identificate come di polizia. Era stato avvertito del fatto che sarebbe potuto accadere, ma non ci aveva fatto caso perché le sue uniche armi, diceva, erano la scopa e la paletta. Non si è mai saputo con certezza cosa sia accaduto in seguito, anche se in tutto il mondo sono state presentate molte denunce per sapere cosa sia stato di lui (attualmente in Uruguay figura nella lista delle persone scomparse durante la dittatura, e il suo nome risuona durante la Marcia del Silenzio in omaggio a queste persone ogni 20 maggio).

“Tutta la nostra vita, per quanto possa essere muta, la vita di Nazareth, la vita del deserto, quanto la vita pubblica, dev’essere un modo di predicare il Vangelo con l’esempio: tutta la nostra esistenza, tutto il nostro essere, deve gridare il Vangelo dai tetti, tutta la nostra persona deve respirare Gesù, tutte le nostre azioni, tutta la nostra vita”, diceva il beato Foucauld, che sarà canonizzato prossimamente dopo l’approvazione di un miracolo attribuito alla sua intercessione a fine maggio.

Attraverso padre Mauricio Silva, sacerdote impegnato a vivere quell’ideale di gridare il Vangelo con la propria vita, al punto da donarla come ha fatto il beato Foucauld, i netturbini argentini hanno un grande esempio da seguire.

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