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Perché ricevere l’Ostia a Messa è chiamato “Comunione”?

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©ALESSIA GIULIANI/CPP

El Papa Francisco, como sus predecesores, reparte la comunión en la boca en las celebraciones

Philip Kosloski - pubblicato il 16/06/20

I cattolici usavano spesso il termine “Comunione” parlando dell’atto di ricevere l’Ostia eucaristica a Messa. Il termine, tuttavia, è utilizzato così spesso che il significato dietro la parola viene a volte dimenticato.

In primo luogo, il termine viene usato per riferirsi all’unione con Dio che i cattolici sperimentano quando ricevono il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Gesù Cristo nell’Eucaristia. Il Catechismo della Chiesa Cattolica aiuta a spiegare questo aspetto della Comunione:

“La Messa è ad un tempo e inseparabilmente il memoriale del sacrificio nel quale si perpetua il sacrificio della croce, e il sacro banchetto della Comunione al Corpo e al Sangue del Signore. Ma la celebrazione del sacrificio eucaristico è totalmente orientata all’unione intima dei fedeli con Cristo attraverso la Comunione. Comunicarsi è ricevere Cristo stesso che si è offerto per noi” (CCC 1382).

La Messa punta all’obiettivo principale di unirci a Dio. Ricevere la Comunione significa essere uniti a Dio in un modo misterioso difficile per noi da comprendere pienamente in questa vita.

“La Comunione accresce la nostra unione a Cristo. Ricevere l’Eucaristia nella Comunione reca come frutto principale l’unione intima con Cristo Gesù. Il Signore infatti dice: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui ». La vita in Cristo ha il suo fondamento nel banchetto eucaristico: « Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me »” (CCC 1391).

Se questo è il frutto principale della Comunione, c’è anche un aspetto secondario che ci unisce alla Chiesa:

“Coloro che ricevono l’Eucaristia sono uniti più strettamente a Cristo. Per ciò stesso, Cristo li unisce a tutti i fedeli in un solo corpo: la Chiesa. La Comunione rinnova, fortifica, approfondisce questa incorporazione alla Chiesa già realizzata mediante il Battesimo. Nel Battesimo siamo stati chiamati a formare un solo corpo. L’Eucaristia realizza questa chiamata: «Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il Sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il Corpo di Cristo? Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane»” (CCC 1396).

La bellezza di questa Comunione è che ci unisce non solo alla Chiesa sulla Terra, ma anche alla Chiesa in Cielo:

“All’offerta di Cristo si uniscono non soltanto i membri che sono ancora sulla terra, ma anche quelli che si trovano già nella gloria del cielo. La Chiesa offre infatti il sacrificio eucaristico in comunione con la santissima Vergine Maria, facendo memoria di lei, come pure di tutti i santi e di tutte le sante. Nell’Eucaristia la Chiesa, con Maria, è come ai piedi della croce, unita all’offerta e all’intercessione di Cristo” (CCC 1370).

È per questo che ricevere la Comunione può essere importante a livello emotivo, perché ci unisce a tutti coloro che sono morti e che ora sono tra le braccia di Gesù Cristo in Cielo. Qualsiasi parente, figlio, genitore o amico morto nella grazia di Gesù Cristo è unito a noi in quel momento.

La Santa Comunione è una splendida parte della Messa, e se le realtà spirituali sottostanti sono difficili da comprendere, ma può darci la speranza che un giorno saremo uniti in un’unione che non avrà mai fine.


HOLY COMMUNION

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