Il domenicano Bernadot ci guida al cuore del mistero, scrivendo: “Se un’anima ha solo un po’ d’amore, Gesù è costretto ad adattarsi ai limiti ristretti di quell’anima e a limitare i suoi doni”. Cristo non si limita. Piuttosto, siamo noi a limitare e ostacolare i movimenti di grazia che intende per noi.
Cosa ci incatena? Quel è la virtù spirituale principale che possiamo coltivare? Il distacco. Come afferma padre Bernadot, “a chi si comunica, che è distaccato sia da se stesso che dalle creature, che si dona senza riserve con un cuore puro, Gesù dà in cambio Se stesso come solo Dio sa fare”. Il distacco promuove l’unione. Il distacco ci unisce al nostro Dio.
Per essere distaccati, dobbiamo innanzitutto allontanarci dalla nostra visione di noi stessi. Santa Caterina da Siena parla del bisogno di “entrare nella cella della conoscenza di sé”. Stare da soli con Dio, abbassare la guardia, essere onesti sui propri punti di forza e i propri peccati… questo ci permette di essere quello che siamo davvero. Dobbiamo allontanarci da qualsiasi maschera, da qualsiasi visione falsa della nostra identità.
Dobbiamo poi essere distaccati dagli altri. Dobbiamo distaccarci da qualsiasi cosa terrena occupi i nostri affetti, da qualsiasi cosa terrena ci limiti. Dobbiamo scrollarci di dosso le catene dei nostri progetti e permettere a Dio nella Sua provvidenza di guidarci.
Il distacco promuove l’unione. Distaccandoci, non cadiamo nel nulla o in uno stato di tranquillità. Ci leghiamo più strettamente a Cristo. Ci leghiamo alla Chiesa. Solo l’Eucaristia rende possibile questo stile di vita. Solo l’Eucaristia offre qui e ora il gusto dell’unione soprannaturale per la quale siamo stati creati!
“Che possiamo essere tutti un unico pane, un unico corpo,
attraverso questo santo sacramento di unità!”