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Liberiamoci di ciò che ci impedisce di essere santi

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 12/06/20

Per essere davvero liberi bisogna esercitare la vigilanza del cuore, lì dove nascono tutti i nostri desideri, le nostre intenzioni di fondo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio;
ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore.
Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio;
ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio». (Mt 5,27-32)

“Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. Se si confonde la fede con la morale allora ci si convince che la fede consiste nel tenere a bada le cose che facciamo. Ma la fede non riguarda innanzitutto il fare, ma l’essere delle persone. Per questo il luogo di verifica della fede non è semplicemente ciò che uno fa o non fa, ma il suo cuore. Da lì, infatti, nascono tutti i nostri desideri, le nostre intenzioni di fondo.

L’esigenza che Gesù pone non è di tenere sotto controllo i pensieri oltre che le azioni, ma di ricordarci che se bisogna rimanere liberi in ciò che si fa, bisogna esercitare la libertà anche in ciò che si è. Solo la vigilanza del cuore ci fa dire se effettivamente noi siamo credenti o meno. Diversamente siamo al massimo osservanti, ma niente di più. “Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna”. La radicalità che Gesù esprime in una simile richiesta non ha nulla che fare con forme di fondamentalismo religioso, ma con quella serietà che deve contraddistinguere chi ha trovato nel vangelo il tesoro nascosto. È come se Gesù volesse dire a ognuno di noi, che tutto ciò che è di impedimento alla nostra santità dovremmo trovare il coraggio di toglierlo, di eliminarlo dalla nostra vita, senza tentare dei compromessi pericolosi che molto spesso finiscono per tirarci in trappola. In fondo se una persona scopre di avere un cancro non si mette a dialogare con lui, ne tanto meno deve averne compassione, ma deve ricordarsi che finché non lo elimina lui rischia la vita. E se non lo elimina muore. In questo senso dobbiamo essere radicali.

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