Il cristianesimo non è un insieme di idee o di norme, ma un rapporto d'amore che imbeve tutto e riempie la vita di speranza
Come esprimere a parole quello che ho nell’anima? Come incanalare le acque del mio spirito? Come contenere il fuoco che ho dentro?
Nel mio cuore si agitano mille sentimenti senza nome. Tanti abbracci e parole taciute.
Nel mare immenso della mia interiorità non so come dare parole alla vita. Non so se vale la pena di farlo. Per capire meglio come andare avanti nel cammino, come intraprendere un nuovo viaggio.
Nell’oscurità non so bene i passi da compiere. Quando lo Spirito mi irrompe nell’anima vedo in modo più chiaro. Dice la Bibbia:
“Conosciamo il Signore, sforziamoci di conoscerlo! La sua venuta è certa, come quella dell’aurora; egli verrà a noi come la pioggia, come la pioggia di primavera che annaffia la terra”.
Voglio conoscere di più Gesù, amarlo di più. Voglio stare con Lui. Leggevo giorni fa:
“Per incontrarLo non dobbiamo uscire dal mondo, ma avvicinarci a Gesù. Per conoscerLo non bisogna studiare Teologia, ma sintonizzarsi con Gesù, comunicare con Lui”.
Ho bisogno di avvicinarmi di più a Gesù nel mio cuore, nella mia vita quotidiana. Una domanda sorge dentro di me guardando a questo tempo vissuto:
“Cosa avrei fatto diversamente?”
O forse la cosa più importante:
“Per chi ho vissuto?”
Guardo Gesù in mezzo alla mia vita messa in pausa, quando si aprono vie verso una nuova normalità. Mi chiedo cosa devo cambiare dentro di me, cosa avrei potuto fare in un altro modo.
Ho paura e mi spaventa l’idea che tutto vada avanti come prima. Lo Spirito viene nella mia vita e nulla sembra cambiare. Per chi vivo?
Voglio amare Gesù con tutte le mie forze, ma constato con tristezza che nulla è diverso nel mio modo di vedere la vita, nel mio modo di donarmi e agire.
Sono solo uno dei tanti in un mondo massificato. Mi sento così umano, così bisognoso di redenzione…